L’ultima novella delle Piacevoli notti di Giovan Francesco Straparola, la tredicesima della tredicesima notte, racconta di Pietro Rizzato che, dopo aver dilapidato sconsideratamente tutto il suo patrimonio e aver provato le durezze della povertà, fortunosamente trova un tesoro nella fessura di una parete e diventa saggio amministratore delle sue sostanze. Due stranezze del prodigo Pietro Rizzato non sono inventate ex nihilo, ma appartengono a un noto scialacquatore padovano, forse il più noto, dopo che Dante Alighieri l’aveva condannato all’inferno: Iacopo da Sant’Andrea. In questo caso è giusto parlare non di leggende orali, cui comunque lo Straparola scrittore di fiabe popolari fu sempre sensibile, ma di memoria di lettore, perché le due stranezze si trovano proprio così narrate e abbinate nel Comento sopra la Comedia di Cristoforo Landino, nella chiosa appunto relativa a Iacopo da Sant’Andrea.
Per una tessera landiniana nelle “Piacevoli notti” di Straparola (le stranezze di Iacopo da Sant’Andrea nell’antica esegesi alla “Commedia”, da Graziolo de’ Bambaglioli a Straparola)
PIROVANO, Donato
2004-01-01
Abstract
L’ultima novella delle Piacevoli notti di Giovan Francesco Straparola, la tredicesima della tredicesima notte, racconta di Pietro Rizzato che, dopo aver dilapidato sconsideratamente tutto il suo patrimonio e aver provato le durezze della povertà, fortunosamente trova un tesoro nella fessura di una parete e diventa saggio amministratore delle sue sostanze. Due stranezze del prodigo Pietro Rizzato non sono inventate ex nihilo, ma appartengono a un noto scialacquatore padovano, forse il più noto, dopo che Dante Alighieri l’aveva condannato all’inferno: Iacopo da Sant’Andrea. In questo caso è giusto parlare non di leggende orali, cui comunque lo Straparola scrittore di fiabe popolari fu sempre sensibile, ma di memoria di lettore, perché le due stranezze si trovano proprio così narrate e abbinate nel Comento sopra la Comedia di Cristoforo Landino, nella chiosa appunto relativa a Iacopo da Sant’Andrea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.