Lo sviluppo della cittadinanza dello studente, che diventa “centrale” nel processo di insegnamento-apprendimento, è un pressante obiettivo dell’educazione. La scuola sposta il suo focus dal programma a colui o colei a cui detto programma è rivolto, con l’obiettivo di promuovere sviluppo di competenze. Si tratta di un netto cambiamento di prospettiva: la centralità dell’allievo implica che i docenti impostino il proprio lavoro in termini effettivamente costruttivisti, stabilendo innanzitutto che non esiste la “verità scientifica” visto che la Scienza può fornire solo risposte più o meno probabili. Ciò che conta è la relazione tra le domande ed i contesti di senso entro cui esse assumono un qualche significato da cui far ripartire ulteriore ricerca. Se è vero che la realtà non è là fuori ad attendere che noi la si scopra, è ancora più vero che nell’azione didattica non è possibile prescindere dai punti di vista degli studenti: i loro ragionevoli dubbi debbono avere pieno diritto di cittadinanza. Studiare può allora diventare piacevole per lo studente che vede valorizzate le sue idee e che fonda il proprio metodo sulla ricerca e non sulla stratificazione mnemonica. Ciò implica una scuola che scelga di puntare sulla qualità e che sappia utilizzare al meglio il proprio tempo.

Dalla centralità del programma alla centralità dell’allievo

CARPIGNANO, Rosarina;CERRATO, Giuseppina;
2008-01-01

Abstract

Lo sviluppo della cittadinanza dello studente, che diventa “centrale” nel processo di insegnamento-apprendimento, è un pressante obiettivo dell’educazione. La scuola sposta il suo focus dal programma a colui o colei a cui detto programma è rivolto, con l’obiettivo di promuovere sviluppo di competenze. Si tratta di un netto cambiamento di prospettiva: la centralità dell’allievo implica che i docenti impostino il proprio lavoro in termini effettivamente costruttivisti, stabilendo innanzitutto che non esiste la “verità scientifica” visto che la Scienza può fornire solo risposte più o meno probabili. Ciò che conta è la relazione tra le domande ed i contesti di senso entro cui esse assumono un qualche significato da cui far ripartire ulteriore ricerca. Se è vero che la realtà non è là fuori ad attendere che noi la si scopra, è ancora più vero che nell’azione didattica non è possibile prescindere dai punti di vista degli studenti: i loro ragionevoli dubbi debbono avere pieno diritto di cittadinanza. Studiare può allora diventare piacevole per lo studente che vede valorizzate le sue idee e che fonda il proprio metodo sulla ricerca e non sulla stratificazione mnemonica. Ciò implica una scuola che scelga di puntare sulla qualità e che sappia utilizzare al meglio il proprio tempo.
2008
Anno XXX n. 4
7
16
Centralità dell'allievo; Costruzione della conoscenza
T. Pera; R. Carpignano; G. Cerrato; D. Lanfranco
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