Malgrado la crescente rilevanza sociale ed economica dell’assistenza residenziale alla terza età, in Italia la letteratura giuridica su questo argomento è ancora molto scarsa. Il libro mira a colmare questa lacuna, avviando una riflessione sulla “dimensione contrattuale” del rapporto tra l’anziano e la struttura che lo accoglie. A questo fine, anche mediante costanti riferimenti ad esperienze straniere, vengono analizzate criticamente le clausole più frequenti dei “contratti di ospitalità” tra l’ospite e l’ente erogatore e i nodi problematici ricorrenti nella gestione delle “case di riposo”: la stipulazione del contratto da parte di un familiare o amico in favore dell’anziano che rimane estraneo all’atto, la validità degli impegni di pagamento dei familiari, le clausole a rischio di vessatorietà più diffuse, la responsabilità dell’ente per danni alla persona dell’ospite e per smarrimento, furto, distruzione dei suoi beni, lo scioglimento del contratto e le dimissioni in caso di mutamento delle condizioni di salute, di comportamento “molesto” o di morosità dell’anziano. L’intento è quello di dimostrare che il ricorso allo strumento contrattuale costituisce spesso il mezzo più idoneo per tutelare e valorizzare la persona del beneficiario. L’utilizzo del contratto, infatti, promuove la partecipazione degli utenti-consumatori all’organizzazione e gestione dell’erogazione dell’assistenza residenziale. Riflette, inoltre, la fiduciarietà della relazione tra l’ospite e l’ente e assicura un’assistenza personalizzata all’utente poiché consente, almeno in parte, di adattare il contenuto della prestazione di ospitalità alle sue specifiche esigenze.

I contratti per l'assistenza residenziale alle persone anziane

LONG, JOELLE
2012-01-01

Abstract

Malgrado la crescente rilevanza sociale ed economica dell’assistenza residenziale alla terza età, in Italia la letteratura giuridica su questo argomento è ancora molto scarsa. Il libro mira a colmare questa lacuna, avviando una riflessione sulla “dimensione contrattuale” del rapporto tra l’anziano e la struttura che lo accoglie. A questo fine, anche mediante costanti riferimenti ad esperienze straniere, vengono analizzate criticamente le clausole più frequenti dei “contratti di ospitalità” tra l’ospite e l’ente erogatore e i nodi problematici ricorrenti nella gestione delle “case di riposo”: la stipulazione del contratto da parte di un familiare o amico in favore dell’anziano che rimane estraneo all’atto, la validità degli impegni di pagamento dei familiari, le clausole a rischio di vessatorietà più diffuse, la responsabilità dell’ente per danni alla persona dell’ospite e per smarrimento, furto, distruzione dei suoi beni, lo scioglimento del contratto e le dimissioni in caso di mutamento delle condizioni di salute, di comportamento “molesto” o di morosità dell’anziano. L’intento è quello di dimostrare che il ricorso allo strumento contrattuale costituisce spesso il mezzo più idoneo per tutelare e valorizzare la persona del beneficiario. L’utilizzo del contratto, infatti, promuove la partecipazione degli utenti-consumatori all’organizzazione e gestione dell’erogazione dell’assistenza residenziale. Riflette, inoltre, la fiduciarietà della relazione tra l’ospite e l’ente e assicura un’assistenza personalizzata all’utente poiché consente, almeno in parte, di adattare il contenuto della prestazione di ospitalità alle sue specifiche esigenze.
2012
Maggioli spa
Servizi sociali e diritto
1
192
8838777438
J. LONG
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