Le indagini archeologiche condotte a Sarzana all’interno dell’Oratorio della Misericordia nel 1990 e successivamente dal 1999 al 2001 in distinte aree della città hanno restituito una consistente quantità di reperti molto frammentari ed in buono stato di conservazione. Quest’ultima è rappresentata quasi totalmente da manufatti in ceramica e da un modesto nucleo di reperti in ferro, in bronzo ed in vetro. In modo particolare i materiali ceramici rappresentano un punto di riferimento fondamentale sul quale impostare le linee guida di ricerca che ci consentano di delineare un quadro delle manifatture circolanti in questa comunità urbana. Il fattore di residualità dei contesti esaminati è complessivamente compreso entro termini quantitativi accettabili, valutabile intorno al 10%, un indice eccezionale per siti urbani pluristratificati. L’acquisizione del dato aumenta in modo consistente l’interesse per questi materiali poiché può venire sfruttato per computi quantitativi. Infatti sulla valutazione numerica totale dei reperti è stato effettuato il calcolo del numero minimo delle forme possibili che ha consentito di proporre un risultato di 20 differenti tipologie individuate funzionali alla mensa, alla preparazione ed alla conservazione degli alimenti. Nel corso degli interventi preventivi di scavo urbano sono stati anche rinvenuti un insieme di vetri di piccole dimensioni, che non hanno consentito, per le loro condizioni, di risalire ad una forma completa. Il grado di frammentazione potrebbe essere conseguenza della provenienza da aree soggette a profondi cambiamenti urbanistici nelle quali lo spostamento di terra e di detriti giustificherebbe lo stato di degradazione in cui sono stati ritrovati. Altrettanto limitata è la presenza dei reperti metallici in ferro per i quali, a causa di un accentuato fenomeno di corrosione in atto, si è deciso di sottoporli a restauro preventivoche consentisse, dopo la rimozione delle concrezioni, una lettura più corretta dei singoli manufatti. Quest’ultimi sono stati identificati come chiodi, cardini, grappe, lamine e punte di balestra.

I materiali medievali e postmedievali provenienti dagli scavi urbani

DE VINGO, Paolo
2001-01-01

Abstract

Le indagini archeologiche condotte a Sarzana all’interno dell’Oratorio della Misericordia nel 1990 e successivamente dal 1999 al 2001 in distinte aree della città hanno restituito una consistente quantità di reperti molto frammentari ed in buono stato di conservazione. Quest’ultima è rappresentata quasi totalmente da manufatti in ceramica e da un modesto nucleo di reperti in ferro, in bronzo ed in vetro. In modo particolare i materiali ceramici rappresentano un punto di riferimento fondamentale sul quale impostare le linee guida di ricerca che ci consentano di delineare un quadro delle manifatture circolanti in questa comunità urbana. Il fattore di residualità dei contesti esaminati è complessivamente compreso entro termini quantitativi accettabili, valutabile intorno al 10%, un indice eccezionale per siti urbani pluristratificati. L’acquisizione del dato aumenta in modo consistente l’interesse per questi materiali poiché può venire sfruttato per computi quantitativi. Infatti sulla valutazione numerica totale dei reperti è stato effettuato il calcolo del numero minimo delle forme possibili che ha consentito di proporre un risultato di 20 differenti tipologie individuate funzionali alla mensa, alla preparazione ed alla conservazione degli alimenti. Nel corso degli interventi preventivi di scavo urbano sono stati anche rinvenuti un insieme di vetri di piccole dimensioni, che non hanno consentito, per le loro condizioni, di risalire ad una forma completa. Il grado di frammentazione potrebbe essere conseguenza della provenienza da aree soggette a profondi cambiamenti urbanistici nelle quali lo spostamento di terra e di detriti giustificherebbe lo stato di degradazione in cui sono stati ritrovati. Altrettanto limitata è la presenza dei reperti metallici in ferro per i quali, a causa di un accentuato fenomeno di corrosione in atto, si è deciso di sottoporli a restauro preventivoche consentisse, dopo la rimozione delle concrezioni, una lettura più corretta dei singoli manufatti. Quest’ultimi sono stati identificati come chiodi, cardini, grappe, lamine e punte di balestra.
2001
XLIX-LI
171
224
Ceramica priva di rivestimento; Testelli; Ceramica rivestita decorata; Maioliche rinascimentali; Manifatture postmedievali; Reperti in vetro; Manufatti in metallo
de Vingo P
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/134598
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