A seguito del Congresso dell'Aja (maggio 1948), anche in Italia venne costituito, nel dicembre 1948, un Consiglio nazionale del Movimento europeo, quale organismo di coordinamento dei parlamentari europeisti e del Movimento federalista europeo (MFE): questo volume ne ripercorre le vicende dalla fondazione fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento. Il Consiglio italiano del Movimento europeo (CIME) nei primi anni di attività promosse ben poche iniziative, per via dell'assoluta predominanza del MFE. La necessità di un movimento europeista italiano distinto dal MFE riemerse però alla metà degli anni Cinquanta, per il prevalere fra i federalisti di una linea di forte opposizione nei riguardi dell'impostazione funzionalista caratterizzante i Trattati di Roma. I partiti dell'area centrista, i sindacati CISL e UIL, le ACLI e la Federazione Italiana Volontari della Libertà, non condividendo la linea radicale del MFE, decisero, nel luglio 1956, la rifondazione su nuove basi del CIME. Dopo le presidenze di Randolfo Pacciardi (1956-1961) e di Paolo Rossi (1961-1964), venne eletto alla guida dell'organizzazione Giuseppe Petrilli, da alcuni anni presidente dell'IRI. A seguito del riavvicinamento - nel 1966 - del MFE, il CIME si impegnò fortemente per conseguire l'obiettivo dell'elezione diretta del Parlamento europeo (PE) e, negli anni Settanta, l'attenzione venne focalizzata sui temi dell'Unione economica e monetaria e dell'allargamento, sempre con la finalità di costruire un'Europa sovranazionale. In considerazione di ciò, il CIME appoggiò il Progetto Spinelli, approvato dal Parlamento europeo nel febbraio 1984 e redatto dalla commissione istituzionale dello stesso PE presieduta da Mauro Ferri il quale, l'anno successivo, sarebbe subentrato a Petrilli alla guida del CIME.
Costruire l'Europa dal basso. Il ruolo del Consiglio italiano del Movimento europeo (1948-1985)
CARAFFINI, PAOLO
2008-01-01
Abstract
A seguito del Congresso dell'Aja (maggio 1948), anche in Italia venne costituito, nel dicembre 1948, un Consiglio nazionale del Movimento europeo, quale organismo di coordinamento dei parlamentari europeisti e del Movimento federalista europeo (MFE): questo volume ne ripercorre le vicende dalla fondazione fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento. Il Consiglio italiano del Movimento europeo (CIME) nei primi anni di attività promosse ben poche iniziative, per via dell'assoluta predominanza del MFE. La necessità di un movimento europeista italiano distinto dal MFE riemerse però alla metà degli anni Cinquanta, per il prevalere fra i federalisti di una linea di forte opposizione nei riguardi dell'impostazione funzionalista caratterizzante i Trattati di Roma. I partiti dell'area centrista, i sindacati CISL e UIL, le ACLI e la Federazione Italiana Volontari della Libertà, non condividendo la linea radicale del MFE, decisero, nel luglio 1956, la rifondazione su nuove basi del CIME. Dopo le presidenze di Randolfo Pacciardi (1956-1961) e di Paolo Rossi (1961-1964), venne eletto alla guida dell'organizzazione Giuseppe Petrilli, da alcuni anni presidente dell'IRI. A seguito del riavvicinamento - nel 1966 - del MFE, il CIME si impegnò fortemente per conseguire l'obiettivo dell'elezione diretta del Parlamento europeo (PE) e, negli anni Settanta, l'attenzione venne focalizzata sui temi dell'Unione economica e monetaria e dell'allargamento, sempre con la finalità di costruire un'Europa sovranazionale. In considerazione di ciò, il CIME appoggiò il Progetto Spinelli, approvato dal Parlamento europeo nel febbraio 1984 e redatto dalla commissione istituzionale dello stesso PE presieduta da Mauro Ferri il quale, l'anno successivo, sarebbe subentrato a Petrilli alla guida del CIME.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.