A partire dalla sentenza annotata (Cass. 5.2.2008, n. 2740), lo scritto analizza i presupposti dell’addebito in sede di separazione giudiziale, alla luce della regola operativa, ormai consolidata, che ai fini della pronuncia esige l’accertamento di un preciso nesso causale tra l’agire del coniuge e l’intollerabilità della convivenza. In tale contesto, l’indagine si focalizza sull’efficacia dirimente eventualmente ascrivibile alla separazione di fatto e, ancor prima, alla condizione in cui si trovano i “separati in casa”: vale a dire i coniugi che permangono a vivere sotto lo stesso tetto ma in camere separate e - senza più rapporti sentimentali e affettivi - come due estranei conducono ormai vite parallele.
Separazione in casa, separazione di fatto e addebito
OLIVERO, Luciano
2008-01-01
Abstract
A partire dalla sentenza annotata (Cass. 5.2.2008, n. 2740), lo scritto analizza i presupposti dell’addebito in sede di separazione giudiziale, alla luce della regola operativa, ormai consolidata, che ai fini della pronuncia esige l’accertamento di un preciso nesso causale tra l’agire del coniuge e l’intollerabilità della convivenza. In tale contesto, l’indagine si focalizza sull’efficacia dirimente eventualmente ascrivibile alla separazione di fatto e, ancor prima, alla condizione in cui si trovano i “separati in casa”: vale a dire i coniugi che permangono a vivere sotto lo stesso tetto ma in camere separate e - senza più rapporti sentimentali e affettivi - come due estranei conducono ormai vite parallele.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
10-Olivero-NGCC10-08.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
837.76 kB
Formato
Adobe PDF
|
837.76 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.