Le pratiche di scrittura, nelle loro differenti declinazioni, presentano orientamenti ad elevata valenza educativa e si pongono come didattiche, il cui elemento centrale è ritenere ed utilizzare l’esperienza come campo aperto alla formatività. Da questo punto di vista fanno da sfondo molteplici disposizioni pedagogiche, dalle riflessioni di Dewey alle più recenti analisi sull’educazione e formazione dell’adulto. Con questi iniziali presupposti si delinea la potenzialità che la pratica della scrittura può sviluppare, sia in una fase di apprendimento della professione, sia nel processo di continua maturità della propria professionalità. Metodologie della ricerca e metodologie della formazione si incontrano laddove la riflessività e le differenti modalità di scrittura, sono necessarie a scavare intorno a quel saper fare che non è un dato di fatto, immediatamente rintracciabile nella coscienza, ma rimanda sempre ad un sapere incarnato, inscritto nelle azioni. Nella prospettiva delle pratiche narrative, il diario è pensato per una scrittura immediata, poco differita, e questo è il suo vantaggio: fermare la cosa lì nel suo primo manifestarsi alla nostra coscienza, al nostro pensiero. Tale scrittura, mettendo in relazione tempi diversi, passato e futuro, può far emergere una propria progettualità. Diari emozionali, esperenziali e riflessivi sono accomunati dal voler conservare l’esperienza come esigenza primaria di fermarla lì, sul foglio.Con il diario riflessivo si racconta il vissuto, per interrogarlo e fornirgli senso. Si va alla ricerca della propria intenzionalità, ovvero al senso che io fornisco alle cose, diventando strumentalmente un ricovero, luogo di custodia della propria esperienza per tornare ad essa in maniera più incisiva.

Il diario riflessivo, pratica di scrittura formativa

GARRINO, LORENZA
2010-01-01

Abstract

Le pratiche di scrittura, nelle loro differenti declinazioni, presentano orientamenti ad elevata valenza educativa e si pongono come didattiche, il cui elemento centrale è ritenere ed utilizzare l’esperienza come campo aperto alla formatività. Da questo punto di vista fanno da sfondo molteplici disposizioni pedagogiche, dalle riflessioni di Dewey alle più recenti analisi sull’educazione e formazione dell’adulto. Con questi iniziali presupposti si delinea la potenzialità che la pratica della scrittura può sviluppare, sia in una fase di apprendimento della professione, sia nel processo di continua maturità della propria professionalità. Metodologie della ricerca e metodologie della formazione si incontrano laddove la riflessività e le differenti modalità di scrittura, sono necessarie a scavare intorno a quel saper fare che non è un dato di fatto, immediatamente rintracciabile nella coscienza, ma rimanda sempre ad un sapere incarnato, inscritto nelle azioni. Nella prospettiva delle pratiche narrative, il diario è pensato per una scrittura immediata, poco differita, e questo è il suo vantaggio: fermare la cosa lì nel suo primo manifestarsi alla nostra coscienza, al nostro pensiero. Tale scrittura, mettendo in relazione tempi diversi, passato e futuro, può far emergere una propria progettualità. Diari emozionali, esperenziali e riflessivi sono accomunati dal voler conservare l’esperienza come esigenza primaria di fermarla lì, sul foglio.Con il diario riflessivo si racconta il vissuto, per interrogarlo e fornirgli senso. Si va alla ricerca della propria intenzionalità, ovvero al senso che io fornisco alle cose, diventando strumentalmente un ricovero, luogo di custodia della propria esperienza per tornare ad essa in maniera più incisiva.
2010
La medicina narrativa nei luoghi di formazione e di cura
Edi-Ermes
136
149
9788876405907
medicina narrativa; pensiero riflessivo; formazione; diaristica
S. Gregorino; L. Garrino
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