Il II volume di “Storia dell’Educazione Fisica e Sportiva in Italia”, integra e completa il precedente Storia dell’Educazione Fisica e sportiva in Europa, edito nel maggio del 2012. Il filo conduttore del volume considera gli indirizzi fondamentali dell’educazione fisica: educativo, medico, militare, agonistico. La storia dell’educazione fisica e sportiva, si può inquadrare in quattro grandi periodi. Il primo periodo, comprende il cinquantennio che va dall’emanazione dei regolamenti di esecuzione della Legge Casati del 1859, concretizzata con la Legge De Sanctis 1878 n. 4442, per concludersi con la sapiente Legge 26 dicembre 1909 n. 805, approvata con R.D. il 22 dicembre 1910 n° 959, nota come Legge Daneo/Credaro, in quanto iniziata dal Ministro Daneo e completata l’anno seguente dal Ministro Credaro. Questa legge prevedeva l’obbligatorietà specifica dell’educazione fisica in ogni scuola pubblica a cominciare dalla primaria. Erano stati costituiti gli Istituti di Magistero di Educazione Fisica di Roma, Torino e Napoli. La Legge Daneo/Credaro apre il secondo periodo che termina con la Riforma Gentile, momento in cui il Ministro, tramite il R.D. 15-3-1923, n. 684, istituì l’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (E.N.E.F.). L’istituzione dell’ENEF apre il terzo periodo della storia dell’educazione fisica e sportiva che abbraccia l’intero ventennio fascista. L’E.N.E.F., per motivi economici, logistici e per mancanze di risorse umane, andò a morire nel 1926. All’ENEF seguì l’O.N.B., Opera Nazionale Balilla, per l’assistenza e l’educazione fisica e morale della gioventù “inquadrante” i giovani dagli 8 ai 18 anni. Questo “passaggio di consegne” fra i due enti, fu decretato dal R.D.L. 20-11-1927, n. 2341. Con la Riforma Gentile, i tre Istituti di Magistero di Educazione Fisica di Torino, Roma e Napoli, furono aboliti, gli insegnanti in servizio vennero messi a riposo in relazione agli anni di servizio minimo prestato o riassunti dallo Stato in altri uffici, avendone il titolo (art.li 13 e 14). I compiti, propri dei tre Istituti di Magistero di Educazione Fisica, passarono alla Scuola Superiore di Educazione Fisica, creata a Bologna nel 1925, aggregata alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Questa istituzione funzionò per circa un biennio. Nel 1932 fu sostituita dalla “Regia Accademia Fascista di Educazione Fisica e giovanile di Roma”, con personalità giuridica ed autonomia amministrativa, didattica e disciplinare. All’ONB seguirà la G.I.L. caratterizzata da un insegnamento ginnico a carattere militare. Dopo il ventennio fascista, solo con i Programmi Ministeriali di educazione fisica approvati con il Decreto dell’8 novembre 1946 n. 3831, si apre il quarto periodo che portò nel 1952 alla nascita dell’ISEF di ROMA, alle dirette dipendenze dello Stato (Farnesina). La ginnastica “nuova” nasce nella seconda metà del Novecento, quando ai “comandi” forma imperativa d’esecuzione ginnica, subentra una formula meno tassativa, più collegata al miglior effetto sull’organismo, in sintonia alla nuova scuola attiva, riflessiva, pedagogico/scientifica, per educare all’esecuzione del movimento ginnico in palestra. Nel secondo dopoguerra andavano diffondendosi anche in Italia i principi informatori pedagogici della scuola attiva legata ad autori americani di chiara fama come John Dewey. La ginnastica italiana ha quindi finalità di educazione e formazione, che tendono a educare le facoltà umane per mezzo del movimento e sono lontane da qualsiasi altra finalità di genere virtuosistico, di esibizione, di spettacoli. Questa ginnastica si riferisce alle medesime linee direttive didattiche generali definite nei Programmi Ministeriali di fine anni cinquanta, primi sessanta. La legge del 1958, nota come Legge Moro, disciplinerà l’intera materia e stabilirà tra l’altro l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’educazione fisica organizzato in squadre maschili e femminili di almeno 15 alunni, inoltre erano previste esercitazioni complementari di avviamento alla pratica sportiva. Questa norma affronta anche il problema della formazione degli insegnanti con il riconoscimento statale dell’ISEF. L’ISEF di Torino fu istituito nel 1959. Nel 1960 nacquero gli Istituti Superiori di Educazione Fisica di Napoli e Bologna, Milano, Università Cattolica nel 1964, Perugia e Urbino nel 1967, seguirono altre sedi. emerge il buon operato promosso di concerto dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal CONI, grazie al sapiente rapporto costruito da Giulio Onesti, Presidente del Coni promotore dei Giochi della Gioventù, anello di congiunzione fra le due istituzioni preposte alla disciplina. Questo passaggio è importante poiché aprirà il nuovo percorso verso il buon insegnamento dell’educazione fisica e sportiva e la nuova ricerca scientifica. Dalla lettura del volume emerge l’opera costante del Legislatore e degli educatori della fisicità umana, nelle diverse contingenze del tempo storico, a cominciare dall’Italia preunitaria a oggi. L’intero percorso indaga la ricerca scientifica svolta a favore della fisicità umana e del corretto movimento indirizzato alla buona salute e alla convivenza civica. Gli intervenienti di carattere socio-politico non sempre erano stati elementi costruttivi del percorso a causa dei timori nei confronti dell’associazionismo sportivo e dei pericoli rispetto a possibili cospirazioni rispetto allo status quo. La nascita dello sport e dell’olimpismo anche per queste ragioni, in Italia è complessa. Altro elemento da considerare è il fatto che inizialmente l’attenzione verso la cultura fisica e la sua educazione era scarsa, inoltre la mancanza di palestre e d’insegnanti formati affrettatamente, con corsi di soli tre mesi per il conseguimento della “patente” , non rispondeva alla situazione presente negli altri Paesi europei. Questa serie di circostanze aveva rallentato il progresso delle scienze motorie. La grande opera che ha poi sviluppato la conoscenza e la ricerca nel campo dell’educazione fisica e sportiva, era stata promossa in modo più incisivo dai “medici-educatori” come Angelo Mosso, il fisiologo definito “Apostolo dello Sport” ed Emilio Baumann, che ha diffuso e consolidato il suo pensiero tramite le molteplici pubblicazioni e in particolare Manuale di Ginnastica del 1866, che, nel 1922, a sei anni dal suo decesso, era alla decima ristampa. Hanno sviluppato l’educazione fisica italiana in modo “forte” le Scuole di Torino, Genova e Bologna, non solo tramite le pubblicazioni ma i diversi congressi nazionali e la loro partecipazione a quelli internazionali.

Storia dell'Educazione Fisica e Sportiva in Italia

FRECCERO, Renata
2013-01-01

Abstract

Il II volume di “Storia dell’Educazione Fisica e Sportiva in Italia”, integra e completa il precedente Storia dell’Educazione Fisica e sportiva in Europa, edito nel maggio del 2012. Il filo conduttore del volume considera gli indirizzi fondamentali dell’educazione fisica: educativo, medico, militare, agonistico. La storia dell’educazione fisica e sportiva, si può inquadrare in quattro grandi periodi. Il primo periodo, comprende il cinquantennio che va dall’emanazione dei regolamenti di esecuzione della Legge Casati del 1859, concretizzata con la Legge De Sanctis 1878 n. 4442, per concludersi con la sapiente Legge 26 dicembre 1909 n. 805, approvata con R.D. il 22 dicembre 1910 n° 959, nota come Legge Daneo/Credaro, in quanto iniziata dal Ministro Daneo e completata l’anno seguente dal Ministro Credaro. Questa legge prevedeva l’obbligatorietà specifica dell’educazione fisica in ogni scuola pubblica a cominciare dalla primaria. Erano stati costituiti gli Istituti di Magistero di Educazione Fisica di Roma, Torino e Napoli. La Legge Daneo/Credaro apre il secondo periodo che termina con la Riforma Gentile, momento in cui il Ministro, tramite il R.D. 15-3-1923, n. 684, istituì l’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (E.N.E.F.). L’istituzione dell’ENEF apre il terzo periodo della storia dell’educazione fisica e sportiva che abbraccia l’intero ventennio fascista. L’E.N.E.F., per motivi economici, logistici e per mancanze di risorse umane, andò a morire nel 1926. All’ENEF seguì l’O.N.B., Opera Nazionale Balilla, per l’assistenza e l’educazione fisica e morale della gioventù “inquadrante” i giovani dagli 8 ai 18 anni. Questo “passaggio di consegne” fra i due enti, fu decretato dal R.D.L. 20-11-1927, n. 2341. Con la Riforma Gentile, i tre Istituti di Magistero di Educazione Fisica di Torino, Roma e Napoli, furono aboliti, gli insegnanti in servizio vennero messi a riposo in relazione agli anni di servizio minimo prestato o riassunti dallo Stato in altri uffici, avendone il titolo (art.li 13 e 14). I compiti, propri dei tre Istituti di Magistero di Educazione Fisica, passarono alla Scuola Superiore di Educazione Fisica, creata a Bologna nel 1925, aggregata alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Questa istituzione funzionò per circa un biennio. Nel 1932 fu sostituita dalla “Regia Accademia Fascista di Educazione Fisica e giovanile di Roma”, con personalità giuridica ed autonomia amministrativa, didattica e disciplinare. All’ONB seguirà la G.I.L. caratterizzata da un insegnamento ginnico a carattere militare. Dopo il ventennio fascista, solo con i Programmi Ministeriali di educazione fisica approvati con il Decreto dell’8 novembre 1946 n. 3831, si apre il quarto periodo che portò nel 1952 alla nascita dell’ISEF di ROMA, alle dirette dipendenze dello Stato (Farnesina). La ginnastica “nuova” nasce nella seconda metà del Novecento, quando ai “comandi” forma imperativa d’esecuzione ginnica, subentra una formula meno tassativa, più collegata al miglior effetto sull’organismo, in sintonia alla nuova scuola attiva, riflessiva, pedagogico/scientifica, per educare all’esecuzione del movimento ginnico in palestra. Nel secondo dopoguerra andavano diffondendosi anche in Italia i principi informatori pedagogici della scuola attiva legata ad autori americani di chiara fama come John Dewey. La ginnastica italiana ha quindi finalità di educazione e formazione, che tendono a educare le facoltà umane per mezzo del movimento e sono lontane da qualsiasi altra finalità di genere virtuosistico, di esibizione, di spettacoli. Questa ginnastica si riferisce alle medesime linee direttive didattiche generali definite nei Programmi Ministeriali di fine anni cinquanta, primi sessanta. La legge del 1958, nota come Legge Moro, disciplinerà l’intera materia e stabilirà tra l’altro l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’educazione fisica organizzato in squadre maschili e femminili di almeno 15 alunni, inoltre erano previste esercitazioni complementari di avviamento alla pratica sportiva. Questa norma affronta anche il problema della formazione degli insegnanti con il riconoscimento statale dell’ISEF. L’ISEF di Torino fu istituito nel 1959. Nel 1960 nacquero gli Istituti Superiori di Educazione Fisica di Napoli e Bologna, Milano, Università Cattolica nel 1964, Perugia e Urbino nel 1967, seguirono altre sedi. emerge il buon operato promosso di concerto dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal CONI, grazie al sapiente rapporto costruito da Giulio Onesti, Presidente del Coni promotore dei Giochi della Gioventù, anello di congiunzione fra le due istituzioni preposte alla disciplina. Questo passaggio è importante poiché aprirà il nuovo percorso verso il buon insegnamento dell’educazione fisica e sportiva e la nuova ricerca scientifica. Dalla lettura del volume emerge l’opera costante del Legislatore e degli educatori della fisicità umana, nelle diverse contingenze del tempo storico, a cominciare dall’Italia preunitaria a oggi. L’intero percorso indaga la ricerca scientifica svolta a favore della fisicità umana e del corretto movimento indirizzato alla buona salute e alla convivenza civica. Gli intervenienti di carattere socio-politico non sempre erano stati elementi costruttivi del percorso a causa dei timori nei confronti dell’associazionismo sportivo e dei pericoli rispetto a possibili cospirazioni rispetto allo status quo. La nascita dello sport e dell’olimpismo anche per queste ragioni, in Italia è complessa. Altro elemento da considerare è il fatto che inizialmente l’attenzione verso la cultura fisica e la sua educazione era scarsa, inoltre la mancanza di palestre e d’insegnanti formati affrettatamente, con corsi di soli tre mesi per il conseguimento della “patente” , non rispondeva alla situazione presente negli altri Paesi europei. Questa serie di circostanze aveva rallentato il progresso delle scienze motorie. La grande opera che ha poi sviluppato la conoscenza e la ricerca nel campo dell’educazione fisica e sportiva, era stata promossa in modo più incisivo dai “medici-educatori” come Angelo Mosso, il fisiologo definito “Apostolo dello Sport” ed Emilio Baumann, che ha diffuso e consolidato il suo pensiero tramite le molteplici pubblicazioni e in particolare Manuale di Ginnastica del 1866, che, nel 1922, a sei anni dal suo decesso, era alla decima ristampa. Hanno sviluppato l’educazione fisica italiana in modo “forte” le Scuole di Torino, Genova e Bologna, non solo tramite le pubblicazioni ma i diversi congressi nazionali e la loro partecipazione a quelli internazionali.
2013
Libreria Editrice Universitaria Levrotto & Bella
Storia Sport
II
1
267
8882181715
http://www.levrotto-bella.net/category/12-sport.aspx
Renata Freccero
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/136272
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