Il saggio ricostruisce il passaggio della Compagnia di S. Paolo alla gestione pubblica, nell’ambito della politica laicizzatrice del governo sardo, e i legami stabilitisi tra nuovi amministratori ed esponenti dell’amministrazione locale e statale. La crisi del 1878, che portò alla nomina di Giolitti a commissario, esito di uno scontro tra le élite cittadine sugli obiettivi e le modalità di funzionamento dell’istituzione, fu preludio di un profondo riaggiustamento, sancito dal nuovo Statuto del 1901. L’Istituto difese con vigore la propria indipendenza nella gestione delle attività assistenziali,accentuando contemporaneamente il ruolo del credito, sino alla trasformazione del Monte in una vera e propria banca negli anni della grande crisi. Dopo il 1943 il saggio segue le vicende della transizione attraverso la gestione commissariale e il sostegno offerto dall’Istituto alla ricostruzione in particolare di Torino e del Piemonte. Il ritorno alla amministrazione ordinaria e il nuovo Statuto del 1950 costituiscono le premesse per l’attività nei decenni successivi, ove spicca la lunga presidenza di Luciano Jona, che rappresenta un modello di circolo virtuoso tra banca e amministrazioni locali. Gli anni Ottanta, ossia la vigilia della profonda trasformazione istituzionale che tra il 1990 e il 1991 ridefinì il profilo del San Paolo, sono letti all’insegna della assunzione di impegni nuovi in una linea di continuità con radici antiche.
I rapporti con il governo e con le istituzioni locali dall’Ottocento agli anni Ottanta del Novecento
DE FORT, Ester;MUSSO, STEFANO;MANA, Emma
2013-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce il passaggio della Compagnia di S. Paolo alla gestione pubblica, nell’ambito della politica laicizzatrice del governo sardo, e i legami stabilitisi tra nuovi amministratori ed esponenti dell’amministrazione locale e statale. La crisi del 1878, che portò alla nomina di Giolitti a commissario, esito di uno scontro tra le élite cittadine sugli obiettivi e le modalità di funzionamento dell’istituzione, fu preludio di un profondo riaggiustamento, sancito dal nuovo Statuto del 1901. L’Istituto difese con vigore la propria indipendenza nella gestione delle attività assistenziali,accentuando contemporaneamente il ruolo del credito, sino alla trasformazione del Monte in una vera e propria banca negli anni della grande crisi. Dopo il 1943 il saggio segue le vicende della transizione attraverso la gestione commissariale e il sostegno offerto dall’Istituto alla ricostruzione in particolare di Torino e del Piemonte. Il ritorno alla amministrazione ordinaria e il nuovo Statuto del 1950 costituiscono le premesse per l’attività nei decenni successivi, ove spicca la lunga presidenza di Luciano Jona, che rappresenta un modello di circolo virtuoso tra banca e amministrazioni locali. Gli anni Ottanta, ossia la vigilia della profonda trasformazione istituzionale che tra il 1990 e il 1991 ridefinì il profilo del San Paolo, sono letti all’insegna della assunzione di impegni nuovi in una linea di continuità con radici antiche.File | Dimensione | Formato | |
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