Grazie ad una serrata comparazione delle fonti (Euripide, Tucidide, Pseudo-Andocide, Isocrate, Plutarco, Diodoro), l’autore focalizza il rapporto tra timé e dynamis, tra splendore del vincitore e utilità della città; esplora altres`i gli effetti dirompenti innescati dalle performances di Alcibiade sia a livello panellenico che nell’ambito della sua città, nella duplice dimensione della politica interna ed estera, illustrata o denigrata dalle capacità e dai comportamenti mediatici di Alcibiade. In particolare si osservano le strategie messe in atto da Alcibiade stesso per valorizzare la propria vittoria ad Olimpia e negli altri giochi panellenici (realizzazione di dipinti su commissione, in forma provocatoriamente d’avanguardia, al pari della scrittura di un epinicio): a tal fine si dà avvio a un vero e proprio tema artistico e storiografico che ricorda il successo politico di Alcibiade in stretta connessione con la vittoria olimpica. Accanto a questo tema di propaganda, l’autore osserva la reazione polemica messa in atto dagli oppositori politici che sottolineano illegalità e corruzione nel comportamento di Alcibiade: egli infatti, proprio nella conquista della vittoria ad Olimpia, avrebbe mostrato di non distinguere il pubblico dal privato, di usare il ruolo pubblico per inseguire interessi privati, di ricercare soltanto una dynamis personale che tendeva di fatto alla tirannide; per tutto questo secondo i suoi avversari andava fermato ad ogni costo, negandogli il primato che proprio lo stato di olimpionico invece gli riservava.
Alcibiade e le Olimpiadi del 416: tra timé e dynamis
CATALDI, Silvio
2013-01-01
Abstract
Grazie ad una serrata comparazione delle fonti (Euripide, Tucidide, Pseudo-Andocide, Isocrate, Plutarco, Diodoro), l’autore focalizza il rapporto tra timé e dynamis, tra splendore del vincitore e utilità della città; esplora altres`i gli effetti dirompenti innescati dalle performances di Alcibiade sia a livello panellenico che nell’ambito della sua città, nella duplice dimensione della politica interna ed estera, illustrata o denigrata dalle capacità e dai comportamenti mediatici di Alcibiade. In particolare si osservano le strategie messe in atto da Alcibiade stesso per valorizzare la propria vittoria ad Olimpia e negli altri giochi panellenici (realizzazione di dipinti su commissione, in forma provocatoriamente d’avanguardia, al pari della scrittura di un epinicio): a tal fine si dà avvio a un vero e proprio tema artistico e storiografico che ricorda il successo politico di Alcibiade in stretta connessione con la vittoria olimpica. Accanto a questo tema di propaganda, l’autore osserva la reazione polemica messa in atto dagli oppositori politici che sottolineano illegalità e corruzione nel comportamento di Alcibiade: egli infatti, proprio nella conquista della vittoria ad Olimpia, avrebbe mostrato di non distinguere il pubblico dal privato, di usare il ruolo pubblico per inseguire interessi privati, di ricercare soltanto una dynamis personale che tendeva di fatto alla tirannide; per tutto questo secondo i suoi avversari andava fermato ad ogni costo, negandogli il primato che proprio lo stato di olimpionico invece gli riservava.File | Dimensione | Formato | |
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