Le crisi attuali, in primis quella ambientale, ripropongono all’attenzione di tutti le riflessioni economiche critiche nei confronti del fondamentalismo di mercato, che ha contribuito a farle peggiorare, e degli elementi che ne costituiscono l’ossatura teorica (se non addirittura ideologica). Tra questi elementi spicca per rilievo l’utilitarismo, ormai tradotto in un approccio assiomatico, quella della scelta razionale: nella folta schiera dei suoi oppositori ha di certo un ruolo significativo il movimento antiutilitarista nelle scienze sociali (MAUSS), di cui Alain Caillè è uno degli esponenti. L’utilitarismo e la sua deriva pratica e concreta, il consumismo, hanno spinto verso un modello insostenibile non solo dal punto di vista ecologico ma anche sociale, sprofondando le famiglie e le istituzioni formative in crisi e prospettive asfittiche, come ricorda Humberto Maturana. Le preoccupazioni espresse da tali riflessioni e la ricerca di prospettive più ampie caratterizzano anche l’economia gandhiana, che ha come proprio specifico punto di forza quello di presentare una visione complessiva, che articola sinteticamente ed in modo aperto prospettive antropologiche, etiche e sociali in un quadro nel quale ha però rilievo anche l’economia (come del resto nella visione Aristotelica, cui si avvicina per vari aspetti). Delle due radici dell’economia gandhiana (quella etica cristiana e quella che proviene dalla filosofia dello Yoga) in questo lavoro ci occuperemo soprattutto della seconda, in quanto meno nota in Occidente. Una tale prospettiva richiede preliminarmente alcune importanti considerazioni sulle difficoltà e richieste poste dal confronto tra paradigmi culturali diversi, cui seguono riflessioni sulla “diversità” del paradigma gandhiano in generale e nello specifico in ambito economico. Vengono quindi presentate e discusse le caratteristiche principali della filosofia e antropologia dello Yoga, nonché la sua visione di filosofia morale, rilevanti per la visione economica gandhiana. Ci si sofferma in particolare sugli obiettivi di vita e sulla concezione evolutiva di questo approccio, nonché sulla concezione “a stadi” della vita (lungo prospettive che richiamano le visioni Piagettiane ed ancor più Eriksoniane). Il lavoro si conclude con la presentazione dei principi dell’economia gandhiana e delle sei parole chiave in cui questa è stata riassunta dall’economista indiano Romesh Diwan.
Modelli di sviluppo, etica ed economia Gandhiana
BURLANDO, Roberto
2008-01-01
Abstract
Le crisi attuali, in primis quella ambientale, ripropongono all’attenzione di tutti le riflessioni economiche critiche nei confronti del fondamentalismo di mercato, che ha contribuito a farle peggiorare, e degli elementi che ne costituiscono l’ossatura teorica (se non addirittura ideologica). Tra questi elementi spicca per rilievo l’utilitarismo, ormai tradotto in un approccio assiomatico, quella della scelta razionale: nella folta schiera dei suoi oppositori ha di certo un ruolo significativo il movimento antiutilitarista nelle scienze sociali (MAUSS), di cui Alain Caillè è uno degli esponenti. L’utilitarismo e la sua deriva pratica e concreta, il consumismo, hanno spinto verso un modello insostenibile non solo dal punto di vista ecologico ma anche sociale, sprofondando le famiglie e le istituzioni formative in crisi e prospettive asfittiche, come ricorda Humberto Maturana. Le preoccupazioni espresse da tali riflessioni e la ricerca di prospettive più ampie caratterizzano anche l’economia gandhiana, che ha come proprio specifico punto di forza quello di presentare una visione complessiva, che articola sinteticamente ed in modo aperto prospettive antropologiche, etiche e sociali in un quadro nel quale ha però rilievo anche l’economia (come del resto nella visione Aristotelica, cui si avvicina per vari aspetti). Delle due radici dell’economia gandhiana (quella etica cristiana e quella che proviene dalla filosofia dello Yoga) in questo lavoro ci occuperemo soprattutto della seconda, in quanto meno nota in Occidente. Una tale prospettiva richiede preliminarmente alcune importanti considerazioni sulle difficoltà e richieste poste dal confronto tra paradigmi culturali diversi, cui seguono riflessioni sulla “diversità” del paradigma gandhiano in generale e nello specifico in ambito economico. Vengono quindi presentate e discusse le caratteristiche principali della filosofia e antropologia dello Yoga, nonché la sua visione di filosofia morale, rilevanti per la visione economica gandhiana. Ci si sofferma in particolare sugli obiettivi di vita e sulla concezione evolutiva di questo approccio, nonché sulla concezione “a stadi” della vita (lungo prospettive che richiamano le visioni Piagettiane ed ancor più Eriksoniane). Il lavoro si conclude con la presentazione dei principi dell’economia gandhiana e delle sei parole chiave in cui questa è stata riassunta dall’economista indiano Romesh Diwan.File | Dimensione | Formato | |
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