Associato in partecipazione: “controllo” sulla gestione non è “ingerenza” in essa (sugli effetti degenerativi di un accostamento infelice), nota a Cass., sez. lav., 8 novembre 2011, n. 23167

La nota esamina una delle ormai numerose pronunce su casi di camuffamento di rapporti di lavoro subordinato mediante contratti di associazione in partecipazione. Dopo aver descritto analiticamente lo svolgimento delle argomentazioni delle parti e le repliche dei giudici (considerando anche le pronunce di 1° e 2° grado), il commento si sofferma sulla formula della Cassazione per cui vi sarebbe lavoro subordinato ove manchi una "ingerenza dell'associato nella gestione". Tale formulazione viene criticata, in quanto l'associato non deve ingerirsi nella gestione, ma se trovano in realtà le ragioni ripercorrendo precedenti pronunce; si scopre così che si tratta in effetti non di un'errata concezione della Corte, ma di un sovrapporsi di piani, inclusi problemi di tecnica della massimazione, che ingenerano un'ambiguità che sarebbe tuttavia opportuno, in futuro, non lasciar sussistere.