Del fabbricare una gran città di libri. Verità, bellezza, proprietà della lingua: le radici italiche della filosofia di Gioberti

Gioberti, con le sue opere politiche (Primato e Rinnovamento), ha concepito un grande progetto – quello dell'Italia unita – fondandosi su un presupposto culturale di ampio respiro: quello di una "repubblica delle lettere". Si tratta di una società spirituale vincolata dalla sola parola, la quale, a causa dei tiranni e delle guerre che hanno afflitto l’Europa, “è stata sinora più un desiderio che un fatto, una utopia che un istituto”. Questo concilio dei letterati e dei dotti, postulante una comunione intellettuale e scientifica indirizzata alla libera ricerca del vero, dovrà col tempo formare una nazione intellettuale capace di espandersi in tutte le parti del globo, senza identificarsi con nessun popolo in particolare: i suoi rappresentanti, trovando asilo ovunque e in nessun luogo, anziché sentirsi “come forestieri di passaggio” (condizione che affligge gli scrittori utopici), apparterranno a tutte le stirpi, si sentiranno a casa in ogni parte del mondo, e parleranno tutte le lingue.