Il saggio esplora la matrice fenomenologico-esistenziale del lavoro culturale di Antonio Erbetta assumendo a pretesto temporale il decennio di condirezione della Rivista “Encyclopaideia”, che corrisponde non a caso ad un periodo particolarmente significativo della sua produzione. In questa chiave, pur tenendo sempre in conto la pluralità di declinazioni di un lavoro impegnato davvero in molte direzioni, l’attenzione si concentra, in particolare, sull’esemplare paradigma della giovinezza. Infatti, nello studio che Erbetta dedica alla questione (Il tempo della giovinezza, 2001), sono presenti almeno due snodi fondamentali: la lettura critica delle sedimentazioni culturali che, nella loro semplificazione, riducono la giovinezza a condizione transitoria; la proposta di una inversione di sguardo che le restituisca tutta la problematicità del suo essere “situazione pedagogica”. Ad unire questi due livelli d’analisi è la radicalità dell’esperienza morale della scelta, la quale diventa cifra del tempo della giovinezza. Un duplice binario, dunque, quello proposto da Erbetta, che si fa chiave di comprensione, in fondo, della sua figura intellettuale: la radicalità della critica come strumento metodologico e l’eticità dell’impegno come orizzonte progettuale. Di qui la documentata idea di poter fare di questi due elementi le caratteristiche più proprie della sua intrapresa culturale in e con “Encyclopaideia”, accompagnati sempre dai temi della curiosità intellettuale, della crisi come occasione di trasformazione esistenziale e sociale, della digressione come postura critica.

Antonio Erbetta e "Encyclopaideia": un'intrapresa culturale tra impegno e radicalità

MADRUSSAN, Elena
2013-01-01

Abstract

Il saggio esplora la matrice fenomenologico-esistenziale del lavoro culturale di Antonio Erbetta assumendo a pretesto temporale il decennio di condirezione della Rivista “Encyclopaideia”, che corrisponde non a caso ad un periodo particolarmente significativo della sua produzione. In questa chiave, pur tenendo sempre in conto la pluralità di declinazioni di un lavoro impegnato davvero in molte direzioni, l’attenzione si concentra, in particolare, sull’esemplare paradigma della giovinezza. Infatti, nello studio che Erbetta dedica alla questione (Il tempo della giovinezza, 2001), sono presenti almeno due snodi fondamentali: la lettura critica delle sedimentazioni culturali che, nella loro semplificazione, riducono la giovinezza a condizione transitoria; la proposta di una inversione di sguardo che le restituisca tutta la problematicità del suo essere “situazione pedagogica”. Ad unire questi due livelli d’analisi è la radicalità dell’esperienza morale della scelta, la quale diventa cifra del tempo della giovinezza. Un duplice binario, dunque, quello proposto da Erbetta, che si fa chiave di comprensione, in fondo, della sua figura intellettuale: la radicalità della critica come strumento metodologico e l’eticità dell’impegno come orizzonte progettuale. Di qui la documentata idea di poter fare di questi due elementi le caratteristiche più proprie della sua intrapresa culturale in e con “Encyclopaideia”, accompagnati sempre dai temi della curiosità intellettuale, della crisi come occasione di trasformazione esistenziale e sociale, della digressione come postura critica.
2013
36 - XVII
27
49
http://www.digibup.com/
pedagogia fenomenologico-esistenziale; impegno; scelta; giovinezza
ELENA MADRUSSAN
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