Il territorio collinare piemontese corrisponde quasi per intero ai rilievi della Collina di Torino, del Monferrato e delle Langhe ed è compreso nelle provincie di Torino, Asti, Alessandria e Cuneo (Fig. 1). Dal punto di vista geologico, tale territorio costituisce il cosiddetto Bacino Terziario Piemontese (BTP), formato da una successione di sedimenti di ambiente prevalentemente marino e subordinatamente deltizio e fluviale, di età compresa tra l’Eocene e il Pliocene (Dela Pierre et al., 2003; Festa et al., 2009). Questi sedimenti formano domini geologico-strutturali distinti, che poggiano su substrati differenti: i depositi della Collina di Torino e delle Langhe, su un substrato alpino; i depositi del Monferrato, invece, su unità di pertinenza appenninica (Fig. 2; Biella et al., 1992). Al di sopra della successione terziaria, si sviluppano sottili e discontinue coperture di depositi quaternari di genesi fluviale, eolica e colluviale. La successione sedimentaria è costituita da argille, silt, marne, con subordinati sabbie e conglomerati e localizzati corpi di gessi (Fig. 3). Ad eccezione delle sabbie riferibili al Pliocene inferiore-medio (Sabbie di Asti e Unità di Ferrere), questi sedimenti costituiscono un mezzo scarsamente permeabile, localmente permeabile per fratturazione. Le Sabbie di Asti sono sabbie prevalentemente medio-fini, con stratificazione pianoparallela o prive di stratifi cazione, caratterizzate dalla presenza di banchi fossiliferi a faune di mare poco profondo. Laddove la sequenza deposizionale è continua, questi sedimenti sfumano verso l’alto, con un passaggio in genere transizionale, alle sabbie grossolane e ghiaie minute a stratificazione incrociata del Complesso Inferiore della successione villafranchiana (Unità di Ferrere)(Carraro ed., 1996; Boano & Forno, 1999). Questo complesso costituisce generalmente un acquifero confinato, localmente con carattere di artesianesimo; le falde ospitate hanno complessivamente una moderata produttività e vengono spesso sfruttate da pozzi acquedottistici (cfr. par. 5.1). Situazioni idrogeologiche particolari si possono riscontrare in corrispondenza della Formazione Gessoso-Solfifera (Complesso caotico della Valle Versa in Dela Pierre et al., 2003), riferibile al Messiniano, costituita da marne argillose (per lo più gessifere), argille grigie con lenti e banchi irregolari di gesso e di calcari cariati. Questa formazione è caratterizzata localmente da fenomeni di carsismo, in corrispondenza dei litotipi più solubili (gessi), ed ospita una serie di acquiferi con modesta produttività e di estensione limitata, con acque molto mineralizzate (in particolare a solfati) e non sfruttabili per uso idropotabile o irriguo. Un altro contesto idrogeologico peculiare riguarda i Conglomerati di Cassano Spinola (Messiniano-Pliocene inferiore), che comprendono conglomerati e arenarie, con minori intercalazioni di marne sabbiose, caratterizzati da un grado di cementazione variabile: possono ospitare falde di modesta estensione e produttività nei depositi sabbiosi o ghiaiosi con minor grado di cementazione. Ridotte possibilità di sfruttamento idrico dell’area collinare sono legate alle locali falde presenti nella copertura quaternaria.
La gestione delle risorse idriche nel territorio collinare del Piemonte centrale (Italia nordoccidentale)
Caviglia C.;DE LUCA, Domenico;DESTEFANIS, Enrico;FORNO, Maria Gabriella;LASAGNA, Manuela;MASCIOCCO, LUCIANO
2013-01-01
Abstract
Il territorio collinare piemontese corrisponde quasi per intero ai rilievi della Collina di Torino, del Monferrato e delle Langhe ed è compreso nelle provincie di Torino, Asti, Alessandria e Cuneo (Fig. 1). Dal punto di vista geologico, tale territorio costituisce il cosiddetto Bacino Terziario Piemontese (BTP), formato da una successione di sedimenti di ambiente prevalentemente marino e subordinatamente deltizio e fluviale, di età compresa tra l’Eocene e il Pliocene (Dela Pierre et al., 2003; Festa et al., 2009). Questi sedimenti formano domini geologico-strutturali distinti, che poggiano su substrati differenti: i depositi della Collina di Torino e delle Langhe, su un substrato alpino; i depositi del Monferrato, invece, su unità di pertinenza appenninica (Fig. 2; Biella et al., 1992). Al di sopra della successione terziaria, si sviluppano sottili e discontinue coperture di depositi quaternari di genesi fluviale, eolica e colluviale. La successione sedimentaria è costituita da argille, silt, marne, con subordinati sabbie e conglomerati e localizzati corpi di gessi (Fig. 3). Ad eccezione delle sabbie riferibili al Pliocene inferiore-medio (Sabbie di Asti e Unità di Ferrere), questi sedimenti costituiscono un mezzo scarsamente permeabile, localmente permeabile per fratturazione. Le Sabbie di Asti sono sabbie prevalentemente medio-fini, con stratificazione pianoparallela o prive di stratifi cazione, caratterizzate dalla presenza di banchi fossiliferi a faune di mare poco profondo. Laddove la sequenza deposizionale è continua, questi sedimenti sfumano verso l’alto, con un passaggio in genere transizionale, alle sabbie grossolane e ghiaie minute a stratificazione incrociata del Complesso Inferiore della successione villafranchiana (Unità di Ferrere)(Carraro ed., 1996; Boano & Forno, 1999). Questo complesso costituisce generalmente un acquifero confinato, localmente con carattere di artesianesimo; le falde ospitate hanno complessivamente una moderata produttività e vengono spesso sfruttate da pozzi acquedottistici (cfr. par. 5.1). Situazioni idrogeologiche particolari si possono riscontrare in corrispondenza della Formazione Gessoso-Solfifera (Complesso caotico della Valle Versa in Dela Pierre et al., 2003), riferibile al Messiniano, costituita da marne argillose (per lo più gessifere), argille grigie con lenti e banchi irregolari di gesso e di calcari cariati. Questa formazione è caratterizzata localmente da fenomeni di carsismo, in corrispondenza dei litotipi più solubili (gessi), ed ospita una serie di acquiferi con modesta produttività e di estensione limitata, con acque molto mineralizzate (in particolare a solfati) e non sfruttabili per uso idropotabile o irriguo. Un altro contesto idrogeologico peculiare riguarda i Conglomerati di Cassano Spinola (Messiniano-Pliocene inferiore), che comprendono conglomerati e arenarie, con minori intercalazioni di marne sabbiose, caratterizzati da un grado di cementazione variabile: possono ospitare falde di modesta estensione e produttività nei depositi sabbiosi o ghiaiosi con minor grado di cementazione. Ridotte possibilità di sfruttamento idrico dell’area collinare sono legate alle locali falde presenti nella copertura quaternaria.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Caviglia et al., 2013 RIS ID COLL.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
PDF EDITORIALE
Dimensione
1.37 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.37 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.