In occasione di una ricognizione sugli avori tardo antichi e medievali conservati tra Piemonte, Valle d’Aosta e Savoia, eseguita nel 2011 nell’ambito del progetto MEMIP (Medieval enamels, metalworks and ivories in Piedmont: art-historical and scientific methods for their evaluation), è emerso un gruppo di manufatti genericamente definibili embriacheschi, quasi o del tutto sconosciuti alla critica. Si tratta di quattro cofanetti e di quattro placchette erratiche attualmente divisi tra il Museo Camillo Leone di Vercelli, il Palazzo Reale e l’Armeria Reale di Torino, il deposito del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria a Ivrea, il Museo civico Giovanni Battista Adriani di Cherasco, il Museo civico Gian Giacomo Galletti di Domodossola, e il Musée savoisien di Chambéry. Scopo del presente lavoro è stato quello di provare a dare un primo inquadramento cronologico e storico-artistico agli oggetti in questione, partendo da puntuali confronti iconografici e stilistici con opere analoghe conservate nei principali musei italiani e stranieri.
Nuove segnalazioni di opere in avorio tra il Piemonte e la Savoia
SARONI, Giovanna
2013-01-01
Abstract
In occasione di una ricognizione sugli avori tardo antichi e medievali conservati tra Piemonte, Valle d’Aosta e Savoia, eseguita nel 2011 nell’ambito del progetto MEMIP (Medieval enamels, metalworks and ivories in Piedmont: art-historical and scientific methods for their evaluation), è emerso un gruppo di manufatti genericamente definibili embriacheschi, quasi o del tutto sconosciuti alla critica. Si tratta di quattro cofanetti e di quattro placchette erratiche attualmente divisi tra il Museo Camillo Leone di Vercelli, il Palazzo Reale e l’Armeria Reale di Torino, il deposito del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria a Ivrea, il Museo civico Giovanni Battista Adriani di Cherasco, il Museo civico Gian Giacomo Galletti di Domodossola, e il Musée savoisien di Chambéry. Scopo del presente lavoro è stato quello di provare a dare un primo inquadramento cronologico e storico-artistico agli oggetti in questione, partendo da puntuali confronti iconografici e stilistici con opere analoghe conservate nei principali musei italiani e stranieri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.