In questo saggio si cerca di configurare la questione del postumano a partire dalla relazione che gli umani intrattengono con la dimensione oggettuale (che include oggetti naturali e artefatti). Si tratta di una questione a volte trascurata dal discorso postumanistico, che tende a privilegiare una ridefinizione del rapporto che l’uomo dovrebbe intrattenere con animali di altre specie e con la propria animalità. Nel presente saggio si parte da alcuni momenti della riflessione novecentesca sull’oggettuale, in campo filosofico e non (Heidegger, Latour). Si sposta poi l’attenzione sul modo in cui la questione del rapporto con gli oggetti viene trattato sia nel campo delle scienze cognitive (teorie della cognizione estesa), sia in quei settori del sapere archeologico (Hodder, Renfrew) che, a partire da un fecondo dialogo con la psicologia cognitiva e le neuroscienze, intendono mostrare come la manipolazione dell’oggetto sia coalescente con lo sviluppo culturale umano. L’insorgenza delle tecniche legate tanto alla manipolazione di oggetti materiali, quanto ai processi che portano a elaborare e conservare dati e informazioni, sono parte integrante dell’ambiente “naturale” abitato dall’uomo, il quale si trova a custodire gli oggetti da lui creati − nella stessa misura in cui questi ultimi predelineano i confini del suo campo d’azione.

Ospiti di un mondo di cose. Per un rapporto postumano con la materialià

LEGHISSA, Giovanni
2014-01-01

Abstract

In questo saggio si cerca di configurare la questione del postumano a partire dalla relazione che gli umani intrattengono con la dimensione oggettuale (che include oggetti naturali e artefatti). Si tratta di una questione a volte trascurata dal discorso postumanistico, che tende a privilegiare una ridefinizione del rapporto che l’uomo dovrebbe intrattenere con animali di altre specie e con la propria animalità. Nel presente saggio si parte da alcuni momenti della riflessione novecentesca sull’oggettuale, in campo filosofico e non (Heidegger, Latour). Si sposta poi l’attenzione sul modo in cui la questione del rapporto con gli oggetti viene trattato sia nel campo delle scienze cognitive (teorie della cognizione estesa), sia in quei settori del sapere archeologico (Hodder, Renfrew) che, a partire da un fecondo dialogo con la psicologia cognitiva e le neuroscienze, intendono mostrare come la manipolazione dell’oggetto sia coalescente con lo sviluppo culturale umano. L’insorgenza delle tecniche legate tanto alla manipolazione di oggetti materiali, quanto ai processi che portano a elaborare e conservare dati e informazioni, sono parte integrante dell’ambiente “naturale” abitato dall’uomo, il quale si trova a custodire gli oggetti da lui creati − nella stessa misura in cui questi ultimi predelineano i confini del suo campo d’azione.
2014
361
gen-mar 2014
10
33
Giovanni Leghissa
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