L’‘Erbaluce’, vitigno da cui in Canavese si ottengono diversi tipi di vini bianchi a DOC, è tradizionalmente allevato su una struttura di sostegno conosciuta comunemente come “toppia”, riconducibile ad una pergola su cui si attua la potatura a tre punte, cioè con tre tralciaie ciascuna formata da uno sperone e da tre cordoni di lunghezza scalare, ciascuno terminante con un capo a frutto. Poiché si tratta di forma complessa ed onerosa come tempi di potatura, si è tentato di introdurre una forma di allevamento alternativa, la controspalliera con potatura di tipo Guyot con uno sperone e un solo capo a frutto. Per verificare le differenze di comportamento tra le due forme di allevamento applicate a questo vigoroso vitigno, nel biennio 2006-2007 sono stati monitorati sette appezzamenti, cinque a controspalliera e due a “toppia”. Benché in due aziende le due forme siano presenti entrambe, si tratta di vigneti disetanei e su portinnesti diversi. In ogni appezzamento sono stati effettuati rilievi su piante di riferimento. Ne è emerso che nella controspalliera è presente un minor numero di gemme per ceppo, per ettaro e cieche, sebbene queste sul singolo capo a frutto risultino superiori di circa un terzo rispetto alla toppia. Quest’ultima ha un maggiore numero di infiorescenze e di grappoli per ceppo ma non per gemma, per cui la fertilità reale è la medesima. La produzione di uva risulta più elevata nella toppia sia per ceppo, sia per ettaro, a causa della presenza di numerosi capi a frutto che portano grappoli di massa unitaria maggiore. Il vigore vegetativo, espresso come peso del legno di potatura per pianta, risulta più elevato nella pergola. La massa di sarmenti per ettaro è invece superiore nella controspalliera a causa dell’elevata densità d’impianto e del portamento della chioma più favorevole allo sviluppo vegetativo. L’indice di efficienza produttiva dato dal rapporto tra uva prodotta e legno di potatura per pianta (indice di Ravaz) è quindi superiore nella pergola. Alla vendemmia nel mosto non si sono riscontrate differenze significative per il contenuto in solidi solubili totali (°Brix); l’acidità totale è superiore nella toppia, con pH inferiore; il rapporto tra zuccheri ed acidità è quindi superiore nella controspalliera. Il contenuto di flavonoidi totali nelle bucce è maggiore del 20 % - 30 % nel caso della toppia, con la possibilità quindi di ottenere da questa forma vini di maggior corpo. I costi d’impianto sono apparsi maggiori nella controspalliera a causa soprattutto dell’elevata densità d’impianto, ma alla potatura invernale si è riscontrato un risparmio di tempo pari a quasi il 50 % per la controspalliera. Per la potatura verde invece c’è un risparmio del 20 % rispetto alla pergola, se effettuata tempestivamente. Il minor impiego di manodopera per la vendemmia sulla controspalliera è dovuto, in parte, alla minor produzione ottenuta con questa forma di allevamento.

Forma di allevamento alternativa per l' 'Erbaluce': monitoraggio nel biennio 2006-2007 di impianti a controspalliera a confronto con la pergola.

BONINO, FEDERICO;BOVIO, Marco
2011-01-01

Abstract

L’‘Erbaluce’, vitigno da cui in Canavese si ottengono diversi tipi di vini bianchi a DOC, è tradizionalmente allevato su una struttura di sostegno conosciuta comunemente come “toppia”, riconducibile ad una pergola su cui si attua la potatura a tre punte, cioè con tre tralciaie ciascuna formata da uno sperone e da tre cordoni di lunghezza scalare, ciascuno terminante con un capo a frutto. Poiché si tratta di forma complessa ed onerosa come tempi di potatura, si è tentato di introdurre una forma di allevamento alternativa, la controspalliera con potatura di tipo Guyot con uno sperone e un solo capo a frutto. Per verificare le differenze di comportamento tra le due forme di allevamento applicate a questo vigoroso vitigno, nel biennio 2006-2007 sono stati monitorati sette appezzamenti, cinque a controspalliera e due a “toppia”. Benché in due aziende le due forme siano presenti entrambe, si tratta di vigneti disetanei e su portinnesti diversi. In ogni appezzamento sono stati effettuati rilievi su piante di riferimento. Ne è emerso che nella controspalliera è presente un minor numero di gemme per ceppo, per ettaro e cieche, sebbene queste sul singolo capo a frutto risultino superiori di circa un terzo rispetto alla toppia. Quest’ultima ha un maggiore numero di infiorescenze e di grappoli per ceppo ma non per gemma, per cui la fertilità reale è la medesima. La produzione di uva risulta più elevata nella toppia sia per ceppo, sia per ettaro, a causa della presenza di numerosi capi a frutto che portano grappoli di massa unitaria maggiore. Il vigore vegetativo, espresso come peso del legno di potatura per pianta, risulta più elevato nella pergola. La massa di sarmenti per ettaro è invece superiore nella controspalliera a causa dell’elevata densità d’impianto e del portamento della chioma più favorevole allo sviluppo vegetativo. L’indice di efficienza produttiva dato dal rapporto tra uva prodotta e legno di potatura per pianta (indice di Ravaz) è quindi superiore nella pergola. Alla vendemmia nel mosto non si sono riscontrate differenze significative per il contenuto in solidi solubili totali (°Brix); l’acidità totale è superiore nella toppia, con pH inferiore; il rapporto tra zuccheri ed acidità è quindi superiore nella controspalliera. Il contenuto di flavonoidi totali nelle bucce è maggiore del 20 % - 30 % nel caso della toppia, con la possibilità quindi di ottenere da questa forma vini di maggior corpo. I costi d’impianto sono apparsi maggiori nella controspalliera a causa soprattutto dell’elevata densità d’impianto, ma alla potatura invernale si è riscontrato un risparmio di tempo pari a quasi il 50 % per la controspalliera. Per la potatura verde invece c’è un risparmio del 20 % rispetto alla pergola, se effettuata tempestivamente. Il minor impiego di manodopera per la vendemmia sulla controspalliera è dovuto, in parte, alla minor produzione ottenuta con questa forma di allevamento.
2011
31
283
296
vite; forme d'allevamento; Erbaluce; pergola; controspalliera
F. Bonino; M. Bovio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/144001
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