La nutrita e fortunatissima produzione letteraria di Andrea Vitali, da Il procuratore (1990) al recente Di Ilde ce n'è una sola (2013), passando per Una finestra vistalago (2003), Olive comprese (2006), La modista (2008), Almeno il cappello (2009), La mamma del sole (2010) e altri titoli ancora, si muove quasi interamente lungo le coste del Lago di Como, attorno alla cittadina di Bellano, raccontando storie di una provincia lombarda periferica, solitamente immersa nel passato del primo Novecento, animata da figure e figurine “antiche”, attraversata da vicende minori. Apparentemente, un orizzonte ideale per una scrittura volta al particolare, confinata entro soluzioni regionali se non provinciali, oggi di moda e talvolta di maniera. Non così, tuttavia, con Vitali, che resta in equilibrio sul filo sottile di un’espressività certo intrisa di spie regionali, ma non indistintamente né uniformemente connotata in senso diatopico: solo uno scavo linguistico prudente sembra poter far emergere i diversi tratti locali che puntellano il particolare edificio narrativo progettato e costruito dallo scrittore lombardo.
«La mamma del sole» di Andrea Vitali: un lingua regionale (?) per una storia di provincia
MILANI, Matteo
2014-01-01
Abstract
La nutrita e fortunatissima produzione letteraria di Andrea Vitali, da Il procuratore (1990) al recente Di Ilde ce n'è una sola (2013), passando per Una finestra vistalago (2003), Olive comprese (2006), La modista (2008), Almeno il cappello (2009), La mamma del sole (2010) e altri titoli ancora, si muove quasi interamente lungo le coste del Lago di Como, attorno alla cittadina di Bellano, raccontando storie di una provincia lombarda periferica, solitamente immersa nel passato del primo Novecento, animata da figure e figurine “antiche”, attraversata da vicende minori. Apparentemente, un orizzonte ideale per una scrittura volta al particolare, confinata entro soluzioni regionali se non provinciali, oggi di moda e talvolta di maniera. Non così, tuttavia, con Vitali, che resta in equilibrio sul filo sottile di un’espressività certo intrisa di spie regionali, ma non indistintamente né uniformemente connotata in senso diatopico: solo uno scavo linguistico prudente sembra poter far emergere i diversi tratti locali che puntellano il particolare edificio narrativo progettato e costruito dallo scrittore lombardo.File | Dimensione | Formato | |
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