L’origine delle coronarie da ostio unico trova raro riscontro in letteratura, con incidenza descritta tra lo 0.024% e lo 0.066% delle malformazioni cardiache. Spesso si associa all’anomalo decorso delle coronarie (per lo più la sinistra) tra l’arteria polmonare e l’arco aortico, con esordio clinico di morte improvvisa. Difatti, in caso di surmenage funzionale cardiaco (esercizio fisico), l’aumento pressorio all’interno dei due grossi vasi comprime l’arteria coronaria tra loro posizionata, provocando l’ischemia del miocardio e la successiva fibrillazione ventricolare.Gli A.A. descrivono la storia clinica di una ragazza di anni 12 colta da malore nel mentre, in compagnia dei genitori, camminava lungo l’arenile di una spiaggia, con le gambe in immersione, su basso fondale. Recuperata prontamente dal mare e soccorsa dagli operatori del servizio di emergenza, apparve in stato soporoso ritenuto secondario all’annegamento. Trasportata al locale pronto soccorso, nonostante le cure prestate le condizioni peggiorarono rapidamente sino alla evoluzione esiziale. La peculiarità dell’evento fece sorgere dubbi su tempestività ed adeguatezza dei trattamenti sanitari praticati; il caso fu esposto all’A.G. che dispose l’autopsia medico-legale. Fu narrato dai genitori che la figlia, qualche anno prima, avesse patito analogo episodio dal quale si era ripresa spontaneamente senza necessità di cure mediche e per il quale i controlli clinici esperiti avevano escluso patologie degne di nota. L’autopsia rivelò il quadro di edema polmonare e, alla sezione del cuore, la presenza di singolo ostio coronarico setto nel seno di Valsalva destro, dal quale originavano due rami; l’uno era la coronaria destra, l’altro il tronco di sinistra il quale era adeso alla parete aortica, con decorso tra bulbo aortico e tronco della arteria polmonare e, dopo inginocchiamento ad angolo retto, raggiungeva il solco atrio-ventricolare anteriore esaurendosi nel ramo discendente anteriore. L’esame istologico mostrò zone di necrosi a bande di contrazione del miocardio del ventricolo sinistro e alterazioni alveolari da inalazione di liquido annegante. Il decesso fu attribuito ad ischemia miocardica con associato quadro di edema polmonare da annegamento. La iconografia e gli aspetti medico-legali della vicenda sono illustrati e discussi.

Sindrome da annegamento per ostio unico coronarico

TATTOLI, Lucia;DI VELLA, Giancarlo
2010-01-01

Abstract

L’origine delle coronarie da ostio unico trova raro riscontro in letteratura, con incidenza descritta tra lo 0.024% e lo 0.066% delle malformazioni cardiache. Spesso si associa all’anomalo decorso delle coronarie (per lo più la sinistra) tra l’arteria polmonare e l’arco aortico, con esordio clinico di morte improvvisa. Difatti, in caso di surmenage funzionale cardiaco (esercizio fisico), l’aumento pressorio all’interno dei due grossi vasi comprime l’arteria coronaria tra loro posizionata, provocando l’ischemia del miocardio e la successiva fibrillazione ventricolare.Gli A.A. descrivono la storia clinica di una ragazza di anni 12 colta da malore nel mentre, in compagnia dei genitori, camminava lungo l’arenile di una spiaggia, con le gambe in immersione, su basso fondale. Recuperata prontamente dal mare e soccorsa dagli operatori del servizio di emergenza, apparve in stato soporoso ritenuto secondario all’annegamento. Trasportata al locale pronto soccorso, nonostante le cure prestate le condizioni peggiorarono rapidamente sino alla evoluzione esiziale. La peculiarità dell’evento fece sorgere dubbi su tempestività ed adeguatezza dei trattamenti sanitari praticati; il caso fu esposto all’A.G. che dispose l’autopsia medico-legale. Fu narrato dai genitori che la figlia, qualche anno prima, avesse patito analogo episodio dal quale si era ripresa spontaneamente senza necessità di cure mediche e per il quale i controlli clinici esperiti avevano escluso patologie degne di nota. L’autopsia rivelò il quadro di edema polmonare e, alla sezione del cuore, la presenza di singolo ostio coronarico setto nel seno di Valsalva destro, dal quale originavano due rami; l’uno era la coronaria destra, l’altro il tronco di sinistra il quale era adeso alla parete aortica, con decorso tra bulbo aortico e tronco della arteria polmonare e, dopo inginocchiamento ad angolo retto, raggiungeva il solco atrio-ventricolare anteriore esaurendosi nel ramo discendente anteriore. L’esame istologico mostrò zone di necrosi a bande di contrazione del miocardio del ventricolo sinistro e alterazioni alveolari da inalazione di liquido annegante. Il decesso fu attribuito ad ischemia miocardica con associato quadro di edema polmonare da annegamento. La iconografia e gli aspetti medico-legali della vicenda sono illustrati e discussi.
2010
83,
XXVIII, suppl.
263
269
drowing; solitary coronary ostium; coronary artery anomalies
TATTOLI L; CAROLINA M.C; SOLARNO B; DI VELLA G
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