Eugenio Colorni (Milano 1909 – Roma 1944), esponente del partito socialista nell’attività clandestina, venne arrestato dai fascisti nel 1938, rinchiuso nel carcere di Varese e condannato a cinque anni di confino da scontare nell’isola di Ventotene allora campo di detenzione per politici e dissidenti del regime. Il 1938 cambiò indubbiamente la vita di Colorni perché il suo inserimento nel mondo carcerario e di confino fascista, pur nel suo doloroso itinerario, consentì il confronto con altri detenuti politici e quindi lo sviluppo del suo pensiero e della sua azione che si concretizzeranno, nell’inverno 1940-1941, nell’elaborazione – frutto di reciproci incontri intellettuali con Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e con l’allora moglie Ursula Hirschmann – del Manifesto di Ventotene, pietra miliare del pensiero federalista ed europeista moderno. Evaso dal successivo confino di Melfi, partecipò alla Resistenza e fondò a Milano il 28-29 agosto 1943, durante una riunione clandestina tenuta a casa del valdese Mario Alberto Rollier, il Movimento federalista europeo partecipando alla scrittura delle sei Tesi Politiche alla base dello sviluppo della teoria federale sovranazionale. Il Manifesto e le Tesi indicano le linee teoriche per la costruzione di un’Europa federale nonché gli orientamenti programmatici e organizzativi per conseguire lo scopo. Tra questi fondamenti teorici vi è la presa di coscienza della crisi dello Stato nazionale sovrano, il quale nella teoria federalista occupa il posto fondamentale che nel liberalismo è rappresentato dal concetto di crisi della monarchia assoluta e nella teoria marxista da quello di crisi del capitalismo. Essa permise a Colorni, Spinelli e Rossi di individuare la contraddizione di fondo del mondo contemporaneo, di formulare un giudizio storico complessivo e di elaborare una teoria politica nuova rispetto al pensiero politico dominante. Colorni venne ucciso dai fascisti della Banda Koch a Roma, alla vigilia della liberazione della capitale, nel maggio del 1944. Partendo idealmente dal carcere di Varese il volume raccoglie relazioni sull’azione federalista e socialista di Colorni proposte al Convegno Eugenio Colorni federalista, svoltosi a Villa Toeplitz di Sant’Ambrogio Olona Varese il 22 ottobre 2010. La giornata di studi è stata promossa dalla Cattedra Jean Monnet dell’Università degli Studi dell’Insubria, dal Centro interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla storia del ‘900 dell’Università degli Studi di Pavia con il contributo del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Eugenio Colorni.

Scheda bibliografica del volume di Fabio Zucca (a cura di), Eugenio Colorni federalista, Manduria-Bari-Roma, Piero Lacaita Editore, 2011, pp. 244

CARAFFINI, PAOLO
2013-01-01

Abstract

Eugenio Colorni (Milano 1909 – Roma 1944), esponente del partito socialista nell’attività clandestina, venne arrestato dai fascisti nel 1938, rinchiuso nel carcere di Varese e condannato a cinque anni di confino da scontare nell’isola di Ventotene allora campo di detenzione per politici e dissidenti del regime. Il 1938 cambiò indubbiamente la vita di Colorni perché il suo inserimento nel mondo carcerario e di confino fascista, pur nel suo doloroso itinerario, consentì il confronto con altri detenuti politici e quindi lo sviluppo del suo pensiero e della sua azione che si concretizzeranno, nell’inverno 1940-1941, nell’elaborazione – frutto di reciproci incontri intellettuali con Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e con l’allora moglie Ursula Hirschmann – del Manifesto di Ventotene, pietra miliare del pensiero federalista ed europeista moderno. Evaso dal successivo confino di Melfi, partecipò alla Resistenza e fondò a Milano il 28-29 agosto 1943, durante una riunione clandestina tenuta a casa del valdese Mario Alberto Rollier, il Movimento federalista europeo partecipando alla scrittura delle sei Tesi Politiche alla base dello sviluppo della teoria federale sovranazionale. Il Manifesto e le Tesi indicano le linee teoriche per la costruzione di un’Europa federale nonché gli orientamenti programmatici e organizzativi per conseguire lo scopo. Tra questi fondamenti teorici vi è la presa di coscienza della crisi dello Stato nazionale sovrano, il quale nella teoria federalista occupa il posto fondamentale che nel liberalismo è rappresentato dal concetto di crisi della monarchia assoluta e nella teoria marxista da quello di crisi del capitalismo. Essa permise a Colorni, Spinelli e Rossi di individuare la contraddizione di fondo del mondo contemporaneo, di formulare un giudizio storico complessivo e di elaborare una teoria politica nuova rispetto al pensiero politico dominante. Colorni venne ucciso dai fascisti della Banda Koch a Roma, alla vigilia della liberazione della capitale, nel maggio del 1944. Partendo idealmente dal carcere di Varese il volume raccoglie relazioni sull’azione federalista e socialista di Colorni proposte al Convegno Eugenio Colorni federalista, svoltosi a Villa Toeplitz di Sant’Ambrogio Olona Varese il 22 ottobre 2010. La giornata di studi è stata promossa dalla Cattedra Jean Monnet dell’Università degli Studi dell’Insubria, dal Centro interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla storia del ‘900 dell’Università degli Studi di Pavia con il contributo del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Eugenio Colorni.
2013
3
539
542
Storia dell'integrazione europea; Eugenio Colorni; Federalismo europeo; Socialismo europeo
P. Caraffini
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