La relazione di Martinetti con Kant per quanto riguarda la nozione di forma è ambivalente. Da un lato egli critica la concezione puramente soggettiva della "forma" in Kant, intesa come condizione soggettiva di conoscenza, opponendovi una concezione oggettiva, per cui la forma è parte strutturante della realtà. D'altro lato, a partire dal 1913, Martinetti reinterpreta Kant proiettando su di lui alcuni modelli concettuali del suo pensiero e cercandovi una "metafisica segreta" che tende a oggettivare anche la forma. Un'analogo tentativo viene compiuto con il concetto di "simbolo", che tuttavia Martinetti usa nel senso di un rimando sensibile a una realtà intellegibile assolutamente estraneo a Kant. Il saggio mette in luce la lontananza delle posizioni dei due filosofi.
Forma e simbolo nell'interpretazione martinettiana di Kant
MORI, Massimo
2013-01-01
Abstract
La relazione di Martinetti con Kant per quanto riguarda la nozione di forma è ambivalente. Da un lato egli critica la concezione puramente soggettiva della "forma" in Kant, intesa come condizione soggettiva di conoscenza, opponendovi una concezione oggettiva, per cui la forma è parte strutturante della realtà. D'altro lato, a partire dal 1913, Martinetti reinterpreta Kant proiettando su di lui alcuni modelli concettuali del suo pensiero e cercandovi una "metafisica segreta" che tende a oggettivare anche la forma. Un'analogo tentativo viene compiuto con il concetto di "simbolo", che tuttavia Martinetti usa nel senso di un rimando sensibile a una realtà intellegibile assolutamente estraneo a Kant. Il saggio mette in luce la lontananza delle posizioni dei due filosofi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.