La tesi del libro è che,in un universo in così rapida espansione come quello delle tecnologie dell ’informazione,vi sia spazio anche per iprodotti nati fuori della logica di mercato,così come vi sia spazio per un modello di svilupp industriale basato non sulla competizione ma sulla collaborazione . Il libro si articola in nove capitoli Il primo capitolo contiene una breve rassegna delle tecnologie e dei prodotti che hanno contribuito più direttamente alla nuova rivoluzione industriale. In particolare, ci si soffermera’ sulle tecnologie recenti che potrebbero essere pensate come il simbolo della rivoluzione industriale a cui e’ dedicato il libro: la trasmissione di voce, musica, immagini e filmati sulla rete e il Wi.Fi. che induce a sognare un futuro delle telecomunicazioni senza operatori dominanti. Nel secondo capitolo sono presentati e discussi i dati aggiornati al 2004 di mercato relativi al settore dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione.Tali dati non ancora elaborati accentuano la scarsa presenza della grande maggioranza dei paesi in via di sviluppo e la stessa debolezza del nostro Paese dal punto di vista dell'impiego e, in misura ancora superiore, della produzione delle tecnologie dell'informazione e dei prodotti relativi. Quei dati inducono a una riflessione sulle leggi economiche che caratterizzano l'industria dei beni immateriali, ove le diseconomie di scala dei costi di sviluppo in rapporto alle dimensioni dei prodotti, associate alle enormi economie di scala rispetto alle dimensioni del mercato, favoriscono le aziende e i sistemi paese economicamente più forti, indipendentemente dalla qualità dei prodotti. Nel terzo capitolo è descritta la storia del movimento del software libero, a partire dalla cultura "hacker" e dalla costituzione della "Free Software Foundation" di Richard Stallman. È la storia di un'ideologia e una cultura, ma è anche la storia di importanti realizzazioni tecniche che non riguardano solo il progetto GNU e il sistema operativo Linux, ma tutto il mondo dell’elaborazione e della trasmissione dell’informazione. In particolare si analizzeranno anche le nuove modalità di produzione del software. Il quarto capitolo è stato dedicato alla vera storia di Internet che è stata contemporaneamente madre e figlia del software libero. Infatti, la Rete è stato lo strumento principale per la promozione e la diffusione del software libero, e tutto il software importante necessario per il suo funzionamento è assolutamente libero. Quella grande rete mondiale che è Internet è basata su un enorme patrimonio di idee e programmi che sono assolutamente “free”, liberamente e gratuitamente utilizzabili da qualunque paese, impresa, cittadino. Ma a livello fisico Internet è costruita su una rete di cavi e fibre che non sono “free”.Le reti locali che si collegano ad Internet attraverso le tecnologie wifi ampliano le potenzialità di utilizzo e di cooperazione della rete Internet. Il suggestivo modello proposto da Alessandro Ovi, consulente tecnologico di Romano Prodi, e divulgato da Nicolas Negroponte ben sarà utilizzato per descrivere il mondo delle reti locali wireless. Ogni rete locale è l’equivalente di un fiore di ninfea in uno stagno. Le rane, simboli dei messaggi, possono attraversare tutto lo stagno saltando di fiore in fiore. Più rapidamente i messaggi (forse non le rane) possono attraversare lo stagno, simbolo dell’intera Terra, con qualche rimbalzo sui fiori e con un rapido trasferimento sulle radici, ossia sulle dorsali di Internet fatte di cavi e fibre. Nel quinto capitolo si confrontano qualità, manutenibilità e sicurezza del software proprietario e di quello libero. In virtù dell'organizzazione a "bazar" dei processi produttivi del software libero che coinvolgono spesso centinaia di programmatori, la qualità e la manutenibilità del software libero non sono inferiori a quelle del software proprietario prodotto nella "cattedrale", mentre la sicurezza del primo appare superiore in virtù della sua "trasparenza". Inoltre si discutera’ la questione del “ Total cost of ownership “, ossia del confronto fra software libero e proprietario tenendo conto non soltanto dei costi delle licenze ma anche di quelli associati all’installazione e all’assistenza tecnica. Nel capitolo sesto si analizzerà dal punto di vista socio-economico la nuova modalità di sviluppo del software, che non è quella del mercato e neanche quella propria del sistema di intervento pubblico, ma il frutto di una logica che pone al centro la cooperazione e la partecipazione.In questo capitolo sarà messo in evidenza come il dibattito sull'impatto delle nuove tecnologie non si possa limitare alla distinzione, peraltro importante, fra tecnologie virtuose, quelle sociali e conviviali, e tecnologie viziose, quelle belliche, ma debba impegnarsi a ripensare i meccanismi sociali che regolano la produzione di tecnologie e condizionano le scelte dei modelli di sviluppo. Attraverso questa lettura il lavoro dà fondamento ad una concezione di uno sviluppo possibile attraverso la tecnologia e si affianca ad altri sul mondo del non profit, sui servizi sociali e sullo sviluppo locale, nei quali si è discussa la prospettiva di un nuovo modo di produrre sulla base della reciprocità. Il settimo capitolo è dedicato al mercato della informatica e delle telecomunicazioni, al confronto fra i modelli di business del software libero e di quello proprietari, alle aree applicative.Richiede una ristesura completa in quanto negli ultimi anni il numero e l'importanza delle applicazioni del software libero sono cresciuti oltre le più ottimistiche previsioni. L'ottavo capitolo riguarda le politiche numerose messe in atto dai governi nel campo della informatizzazione della pubblica amministrazione, nelle scuola e nella industria. Particolare attenzione sarà data alle proposte italiana e al dibattito della commissione ministeriale sull'open source. Tutto questo implica una riflessione sulle numerose politiche governative, sull'importanza dell'intervento pubblico nella produzione della conoscenza . Induce anche a considerare sui meccanismi di protezione della proprietà intellettuale e il ruolo dei brevetti. Se nella società dell'informazione la risorsa più importante è rappresentata dalla conoscenza, i meccanismi di protezione della cosiddetta proprietà intellettuale potrebbero porsi come un ostacolo sulla via di uno sviluppo diverso, aperta anche ai popoli più poveri. Ma rappresenterebbero anche uno ostacolo alla crescita di ciò che si penserebbe di proteggere l’innovazione stessa. Le scelte e le politiche dei governi possono, quindi, segnare una svolta determinante. Infine, nell'ultimo capitolo si discute una questione di carattere generale di cui il caso dell'informatica e del software è soltanto un esempio emblematico: la proprietà intellettuale.

Libertà di software,hardware e conoscenza, Informatica solidale 2

BERRA, Mariella;
2006-01-01

Abstract

La tesi del libro è che,in un universo in così rapida espansione come quello delle tecnologie dell ’informazione,vi sia spazio anche per iprodotti nati fuori della logica di mercato,così come vi sia spazio per un modello di svilupp industriale basato non sulla competizione ma sulla collaborazione . Il libro si articola in nove capitoli Il primo capitolo contiene una breve rassegna delle tecnologie e dei prodotti che hanno contribuito più direttamente alla nuova rivoluzione industriale. In particolare, ci si soffermera’ sulle tecnologie recenti che potrebbero essere pensate come il simbolo della rivoluzione industriale a cui e’ dedicato il libro: la trasmissione di voce, musica, immagini e filmati sulla rete e il Wi.Fi. che induce a sognare un futuro delle telecomunicazioni senza operatori dominanti. Nel secondo capitolo sono presentati e discussi i dati aggiornati al 2004 di mercato relativi al settore dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione.Tali dati non ancora elaborati accentuano la scarsa presenza della grande maggioranza dei paesi in via di sviluppo e la stessa debolezza del nostro Paese dal punto di vista dell'impiego e, in misura ancora superiore, della produzione delle tecnologie dell'informazione e dei prodotti relativi. Quei dati inducono a una riflessione sulle leggi economiche che caratterizzano l'industria dei beni immateriali, ove le diseconomie di scala dei costi di sviluppo in rapporto alle dimensioni dei prodotti, associate alle enormi economie di scala rispetto alle dimensioni del mercato, favoriscono le aziende e i sistemi paese economicamente più forti, indipendentemente dalla qualità dei prodotti. Nel terzo capitolo è descritta la storia del movimento del software libero, a partire dalla cultura "hacker" e dalla costituzione della "Free Software Foundation" di Richard Stallman. È la storia di un'ideologia e una cultura, ma è anche la storia di importanti realizzazioni tecniche che non riguardano solo il progetto GNU e il sistema operativo Linux, ma tutto il mondo dell’elaborazione e della trasmissione dell’informazione. In particolare si analizzeranno anche le nuove modalità di produzione del software. Il quarto capitolo è stato dedicato alla vera storia di Internet che è stata contemporaneamente madre e figlia del software libero. Infatti, la Rete è stato lo strumento principale per la promozione e la diffusione del software libero, e tutto il software importante necessario per il suo funzionamento è assolutamente libero. Quella grande rete mondiale che è Internet è basata su un enorme patrimonio di idee e programmi che sono assolutamente “free”, liberamente e gratuitamente utilizzabili da qualunque paese, impresa, cittadino. Ma a livello fisico Internet è costruita su una rete di cavi e fibre che non sono “free”.Le reti locali che si collegano ad Internet attraverso le tecnologie wifi ampliano le potenzialità di utilizzo e di cooperazione della rete Internet. Il suggestivo modello proposto da Alessandro Ovi, consulente tecnologico di Romano Prodi, e divulgato da Nicolas Negroponte ben sarà utilizzato per descrivere il mondo delle reti locali wireless. Ogni rete locale è l’equivalente di un fiore di ninfea in uno stagno. Le rane, simboli dei messaggi, possono attraversare tutto lo stagno saltando di fiore in fiore. Più rapidamente i messaggi (forse non le rane) possono attraversare lo stagno, simbolo dell’intera Terra, con qualche rimbalzo sui fiori e con un rapido trasferimento sulle radici, ossia sulle dorsali di Internet fatte di cavi e fibre. Nel quinto capitolo si confrontano qualità, manutenibilità e sicurezza del software proprietario e di quello libero. In virtù dell'organizzazione a "bazar" dei processi produttivi del software libero che coinvolgono spesso centinaia di programmatori, la qualità e la manutenibilità del software libero non sono inferiori a quelle del software proprietario prodotto nella "cattedrale", mentre la sicurezza del primo appare superiore in virtù della sua "trasparenza". Inoltre si discutera’ la questione del “ Total cost of ownership “, ossia del confronto fra software libero e proprietario tenendo conto non soltanto dei costi delle licenze ma anche di quelli associati all’installazione e all’assistenza tecnica. Nel capitolo sesto si analizzerà dal punto di vista socio-economico la nuova modalità di sviluppo del software, che non è quella del mercato e neanche quella propria del sistema di intervento pubblico, ma il frutto di una logica che pone al centro la cooperazione e la partecipazione.In questo capitolo sarà messo in evidenza come il dibattito sull'impatto delle nuove tecnologie non si possa limitare alla distinzione, peraltro importante, fra tecnologie virtuose, quelle sociali e conviviali, e tecnologie viziose, quelle belliche, ma debba impegnarsi a ripensare i meccanismi sociali che regolano la produzione di tecnologie e condizionano le scelte dei modelli di sviluppo. Attraverso questa lettura il lavoro dà fondamento ad una concezione di uno sviluppo possibile attraverso la tecnologia e si affianca ad altri sul mondo del non profit, sui servizi sociali e sullo sviluppo locale, nei quali si è discussa la prospettiva di un nuovo modo di produrre sulla base della reciprocità. Il settimo capitolo è dedicato al mercato della informatica e delle telecomunicazioni, al confronto fra i modelli di business del software libero e di quello proprietari, alle aree applicative.Richiede una ristesura completa in quanto negli ultimi anni il numero e l'importanza delle applicazioni del software libero sono cresciuti oltre le più ottimistiche previsioni. L'ottavo capitolo riguarda le politiche numerose messe in atto dai governi nel campo della informatizzazione della pubblica amministrazione, nelle scuola e nella industria. Particolare attenzione sarà data alle proposte italiana e al dibattito della commissione ministeriale sull'open source. Tutto questo implica una riflessione sulle numerose politiche governative, sull'importanza dell'intervento pubblico nella produzione della conoscenza . Induce anche a considerare sui meccanismi di protezione della proprietà intellettuale e il ruolo dei brevetti. Se nella società dell'informazione la risorsa più importante è rappresentata dalla conoscenza, i meccanismi di protezione della cosiddetta proprietà intellettuale potrebbero porsi come un ostacolo sulla via di uno sviluppo diverso, aperta anche ai popoli più poveri. Ma rappresenterebbero anche uno ostacolo alla crescita di ciò che si penserebbe di proteggere l’innovazione stessa. Le scelte e le politiche dei governi possono, quindi, segnare una svolta determinante. Infine, nell'ultimo capitolo si discute una questione di carattere generale di cui il caso dell'informatica e del software è soltanto un esempio emblematico: la proprietà intellettuale.
2006
Bollati Boringhieri
1
1
355
9788839916464
FLOSS; economia del dono; produzione di conoscenza; bene pubblico.
M. BERRA; A.R. MEO
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