Il saggio affronta il tema della letteratura di svago, privilegiando i testi di larga circolazione e di consumo popolare. L’obiettivo è mettere a fuoco le peculiarità italiane in una vicenda tutt’altro che chiara e lineare: segnata da limiti e divieti rigorosi ma anche da ostinate resistenze sotterranee; da successi ma anche da assenze e ritardi, evidenti soprattutto a uno sguardo comparativo. La cronologia è quella lunga dei secoli dell’età moderna. Per metodo e fonti, si è lavorato sul confine di discipline diverse, mettendo a frutto studi religiosi, letterari, educativi, ma incrociando soprattutto storia della lingua e storia della lettura. Solo evidenziando fattori diversi e molteplici - sistema di censura, bassi tassi di alfabetizzazione, sostanziale mancanza di un idioma comune, di scambio e comunicazione anche scritta – si può infatti comprendere appieno sia la durevolissima fortuna di un piccolo stock di materiali molto ripetitivi sia il lento affermarsi di nuovi generi testuali. Si pensi, per un verso, all’ambiguo successo e alla continuità sotto mutate spoglie editoriali del filone cavalleresco (qui testato attraverso uno straordinario best seller come il Guerrin Meschino); per l’altro al faticoso emergere del genere romanzo in versione autoctona, in un Settecento pur segnato da mutamenti accelerati. Il problema di fondo, nella penisola, andava ben oltre l’insopprimibile vitalità dei prodotti tradizionali (un dato comune a molti altri paesi), ma poggiava anche sulla mancanza di un’alternativa valida, di una scelta di testi comprensibili e accattivanti per un pubblico più ampio dell’esigua cerchia dei dotti.

Lingua e letture in età moderna

ROGGERO, Marina
2013-01-01

Abstract

Il saggio affronta il tema della letteratura di svago, privilegiando i testi di larga circolazione e di consumo popolare. L’obiettivo è mettere a fuoco le peculiarità italiane in una vicenda tutt’altro che chiara e lineare: segnata da limiti e divieti rigorosi ma anche da ostinate resistenze sotterranee; da successi ma anche da assenze e ritardi, evidenti soprattutto a uno sguardo comparativo. La cronologia è quella lunga dei secoli dell’età moderna. Per metodo e fonti, si è lavorato sul confine di discipline diverse, mettendo a frutto studi religiosi, letterari, educativi, ma incrociando soprattutto storia della lingua e storia della lettura. Solo evidenziando fattori diversi e molteplici - sistema di censura, bassi tassi di alfabetizzazione, sostanziale mancanza di un idioma comune, di scambio e comunicazione anche scritta – si può infatti comprendere appieno sia la durevolissima fortuna di un piccolo stock di materiali molto ripetitivi sia il lento affermarsi di nuovi generi testuali. Si pensi, per un verso, all’ambiguo successo e alla continuità sotto mutate spoglie editoriali del filone cavalleresco (qui testato attraverso uno straordinario best seller come il Guerrin Meschino); per l’altro al faticoso emergere del genere romanzo in versione autoctona, in un Settecento pur segnato da mutamenti accelerati. Il problema di fondo, nella penisola, andava ben oltre l’insopprimibile vitalità dei prodotti tradizionali (un dato comune a molti altri paesi), ma poggiava anche sulla mancanza di un’alternativa valida, di una scelta di testi comprensibili e accattivanti per un pubblico più ampio dell’esigua cerchia dei dotti.
2013
2013
44-45
63
73
Lingua, Letture, Consumi popolari
M. Roggero
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