L’articolo si propone di indagare le molteplici forme delle scritture dell’io praticate da Settembrini. Per Settembrini la memoria è il luogo della consolazione, il modo per sottrarsi a una condizione di vita difficile da accettare e, non in ultimo, la strada per lasciare testimonianza di sé. Nel percorso qui proposto, la sua modalità autobiografica è messa in rapporto con quella di altri scrittori del sé, in particolare con d’Azeglio e Pellico. Amor di patria, fede religiosa e letteratura militante sono i valori che costoro hanno in comune con Settembrini, ma l’autore delle Ricordanze obbliga ad usare strumenti differenti. Si va dalla scrittura più compiutamente autobiografica delle Ricordanze (a cui affiancare il Diario 1854-55 e Rimembranza) a quella epistolare, senza escludere testi che non appartengono esplicitamente a questo genere, come, ad esempio, le Lezioni. Settembrini si rivela più che memorialista un autobiografo duttile, per alcuni versi anomalo, capace di offrire di sé un ritratto antieroico e forse proprio per questo tanto più esemplare. ----------------------- This article seeks to analyse the various forms of writings of the self produced by Settembrini. For Settembrini, memory is a place of consolation, a way to hide from a life condition which is difficult to accept, but just as importantly it is a way to leave a record of himself. In this study, his autobiographical approach is compared to that of other writers of the self, in particular d’Azeglio and Pellico. Patriotism, religious faith and militant literature are the values which the latter share with Settembrini, but the author of the Ricordanze requires other insights as well. His work moves from the more fully autobiographical Ricordanze (together with his Diario 1854-55 and Rimembranza) to his correspondence, as well as texts which do not belong specifically to this genre, such as his Lezioni. Settembrini thus reveals himself to be not so much a memoir writer as a skillful autobiographer – and a unique one at that – capable of painting an anti-heroic portrait of himself, and thus rendering it all the more exemplary.

“Maschere no”: lo svelarsi dell’io nelle scritture autobiografiche di Luigi Settembrini.

NAY, Laura
2014-01-01

Abstract

L’articolo si propone di indagare le molteplici forme delle scritture dell’io praticate da Settembrini. Per Settembrini la memoria è il luogo della consolazione, il modo per sottrarsi a una condizione di vita difficile da accettare e, non in ultimo, la strada per lasciare testimonianza di sé. Nel percorso qui proposto, la sua modalità autobiografica è messa in rapporto con quella di altri scrittori del sé, in particolare con d’Azeglio e Pellico. Amor di patria, fede religiosa e letteratura militante sono i valori che costoro hanno in comune con Settembrini, ma l’autore delle Ricordanze obbliga ad usare strumenti differenti. Si va dalla scrittura più compiutamente autobiografica delle Ricordanze (a cui affiancare il Diario 1854-55 e Rimembranza) a quella epistolare, senza escludere testi che non appartengono esplicitamente a questo genere, come, ad esempio, le Lezioni. Settembrini si rivela più che memorialista un autobiografo duttile, per alcuni versi anomalo, capace di offrire di sé un ritratto antieroico e forse proprio per questo tanto più esemplare. ----------------------- This article seeks to analyse the various forms of writings of the self produced by Settembrini. For Settembrini, memory is a place of consolation, a way to hide from a life condition which is difficult to accept, but just as importantly it is a way to leave a record of himself. In this study, his autobiographical approach is compared to that of other writers of the self, in particular d’Azeglio and Pellico. Patriotism, religious faith and militant literature are the values which the latter share with Settembrini, but the author of the Ricordanze requires other insights as well. His work moves from the more fully autobiographical Ricordanze (together with his Diario 1854-55 and Rimembranza) to his correspondence, as well as texts which do not belong specifically to this genre, such as his Lezioni. Settembrini thus reveals himself to be not so much a memoir writer as a skillful autobiographer – and a unique one at that – capable of painting an anti-heroic portrait of himself, and thus rendering it all the more exemplary.
2014
2
1
113
125
Luigi Settembrini; Massimo d'Azeglio; Silvio Pellico; scritture dell'io
Laura NAY
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