La scadente versione librettistica usata da Rossini per il suo «Otello», una versione opera del marchese Francesco Berio di Salsa ancora legata alla stesura francese del Ducis e sostanzialmente estranea al respiro shakespeariano, non ha impedito al musicista di dar vita ad un lavoro in grado di rispecchiare perfettamente la sua ambivalenza fra Classicismo e Romanticismo. La presenza di topoi ancora sostanzialmente di tradizione non deve tuttavia essere vista come una scontata ed inevitabile eredità storica passivamente accettata. Se mai essa è frutto di una scelta estetica fondata sul desiderio di non farsi coinvolgere dalla drammaticità di quanto rappresentato, di non incupire più di tanto il suo mondo di pura musica e di lasciar quindi emergere quella “atmosfera morale” che era per lui simbolo di pensiero attivo e costruttivo.
Ambivalenza dell’«Otello» rossiniano
TAMMARO, Ferruccio
1977-01-01
Abstract
La scadente versione librettistica usata da Rossini per il suo «Otello», una versione opera del marchese Francesco Berio di Salsa ancora legata alla stesura francese del Ducis e sostanzialmente estranea al respiro shakespeariano, non ha impedito al musicista di dar vita ad un lavoro in grado di rispecchiare perfettamente la sua ambivalenza fra Classicismo e Romanticismo. La presenza di topoi ancora sostanzialmente di tradizione non deve tuttavia essere vista come una scontata ed inevitabile eredità storica passivamente accettata. Se mai essa è frutto di una scelta estetica fondata sul desiderio di non farsi coinvolgere dalla drammaticità di quanto rappresentato, di non incupire più di tanto il suo mondo di pura musica e di lasciar quindi emergere quella “atmosfera morale” che era per lui simbolo di pensiero attivo e costruttivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.