La «Dorilla in Tempe», contenuta in Foà 39, è un “pasticcio” di Vivaldi che risale al 1734 e che si basa su un libretto già interamente musicato dallo stesso compositore nel 1724 e quindi ripreso in anni successivi (1728 e 1732). Da qui l’interesse che tale lavoro desta nella ricerca musicologica, in quanto non solo ci pone direttamente di fronte alla prassi settecentesca del “pasticcio”, ma ci mostra anche un Vivaldi a metà strada fra l’attività di compositore e quella di impresario. Una veste invero particolare, visto che sono in genere assai rari i casi di un musicista che per dare vita ad un “pasticcio” si poneva a rielaborare un’opera che aveva già in precedenza composto in modo del tutto autonomo. La «Dorilla in Tempe» riveste pertanto un interesse peculiare sia per l’originalità di alcune soluzioni drammaturgiche ideate (ci riferiamo in particolare al legame fra la “sinfonia” d’apertura e il successivo coro «Dell’aura al sussurrar», un insieme che risulta un vero calco del I tempo della «Primavera» dell’op. 8) sia per il suggestivo intreccio sotteso dalle sue varianti e dai suoi apporti esterni.
I pasticci di Vivaldi: «Dorilla in Tempe»
TAMMARO, Ferruccio
1988-01-01
Abstract
La «Dorilla in Tempe», contenuta in Foà 39, è un “pasticcio” di Vivaldi che risale al 1734 e che si basa su un libretto già interamente musicato dallo stesso compositore nel 1724 e quindi ripreso in anni successivi (1728 e 1732). Da qui l’interesse che tale lavoro desta nella ricerca musicologica, in quanto non solo ci pone direttamente di fronte alla prassi settecentesca del “pasticcio”, ma ci mostra anche un Vivaldi a metà strada fra l’attività di compositore e quella di impresario. Una veste invero particolare, visto che sono in genere assai rari i casi di un musicista che per dare vita ad un “pasticcio” si poneva a rielaborare un’opera che aveva già in precedenza composto in modo del tutto autonomo. La «Dorilla in Tempe» riveste pertanto un interesse peculiare sia per l’originalità di alcune soluzioni drammaturgiche ideate (ci riferiamo in particolare al legame fra la “sinfonia” d’apertura e il successivo coro «Dell’aura al sussurrar», un insieme che risulta un vero calco del I tempo della «Primavera» dell’op. 8) sia per il suggestivo intreccio sotteso dalle sue varianti e dai suoi apporti esterni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.