Il saggio tratta la condizione traumatica dell’emigrante, la nostalgia che si porta dietro, il desiderio di ritornare al passato e l’impossibilità di poterlo fare anche solo attraverso la letteratura, la lingua e la scrittura, così come pure l’inettitudine a integrarsi in un ambiente straniero, sono tutti elementi che David Albahari scrittore jugoslavo tratta senza pathos, rinunciando al nesso auctor-agens. Relativizzando l’atto stesso della scrittura evita in queste storie individuali un qualsiasi coinvolgimento dei temi drammatici e dalla valenza universale, come potrebbero essere quelli della libertà e dell’Occidente, con le implicite allusioni ideologiche e politiche ad avvenimenti ancora scottanti, sebbene sia proprio questo il procedimento narrativo per esprimere il valore delle differenze ed elevare il racconto a simbolo di una pluralità di destini. È quanto accade anche all’immagine del Canada, che qui si discosta dallo stereotipo tratteggiato all’inizio: non più paese sconfinato, ricco ed efficiente nella sua multiculturalità, e neppure realtà inclusiva, pronta ad accogliere gli stranieri in fuga. Il Canada nei romanzi di Albahari traspare piuttosto come terra sfumata e indefinita, ridotta a mero fondale di paesaggi perennemente avvolti dalla neve, paese non di due solitudini − come evoca il titolo Two Solitudes del canadese John Hugh MacLennan − ma condannato a mille solitudini.
Fuori dai confini: la letteratura dall'esilio di David Albahari
BANJANIN, Ljiljana
2014-01-01
Abstract
Il saggio tratta la condizione traumatica dell’emigrante, la nostalgia che si porta dietro, il desiderio di ritornare al passato e l’impossibilità di poterlo fare anche solo attraverso la letteratura, la lingua e la scrittura, così come pure l’inettitudine a integrarsi in un ambiente straniero, sono tutti elementi che David Albahari scrittore jugoslavo tratta senza pathos, rinunciando al nesso auctor-agens. Relativizzando l’atto stesso della scrittura evita in queste storie individuali un qualsiasi coinvolgimento dei temi drammatici e dalla valenza universale, come potrebbero essere quelli della libertà e dell’Occidente, con le implicite allusioni ideologiche e politiche ad avvenimenti ancora scottanti, sebbene sia proprio questo il procedimento narrativo per esprimere il valore delle differenze ed elevare il racconto a simbolo di una pluralità di destini. È quanto accade anche all’immagine del Canada, che qui si discosta dallo stereotipo tratteggiato all’inizio: non più paese sconfinato, ricco ed efficiente nella sua multiculturalità, e neppure realtà inclusiva, pronta ad accogliere gli stranieri in fuga. Il Canada nei romanzi di Albahari traspare piuttosto come terra sfumata e indefinita, ridotta a mero fondale di paesaggi perennemente avvolti dalla neve, paese non di due solitudini − come evoca il titolo Two Solitudes del canadese John Hugh MacLennan − ma condannato a mille solitudini.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Lj. Banjanin, Fuori dai confini la lett.dall'esilio di D. Albahari.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione
7.84 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.84 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.