Il 31 ottobre del 1948 la salma del deportato ignoto, giunta dal campo di concentramento di Mauthausen, veniva tumulata nel Campo della Gloria del Cimitero monumentale di Torino, salutata da migliaia di persone. L’evento era stato organizzato dall’ANED, l’Associazione degli ex-deportati politici nei lager nazisti, di cui nel saggio vengono ricostruite le prime iniziative, comprese all'interno dell'attività di quella vera e propria galassia associativa che a Torino, subito dopo la fine della guerra, si occupò del problema generale del reducismo. Una delegazione di torinesi in pellegrinaggio al campo (uno dei primi del dopoguerra) avrebbe dovuto riportare in Italia la salma: in realtà le cose non funzionano come previsto e la salma giunge alla stazione di Porta Nuova con diversi giorni di anticipo, su un carro merci senza scorta, come denunciò in Senato l’on. Luigi Gasparotto (padre del martire partigiano Leopoldo), proprio mentre l’opinione pubblica si divideva sul processo a Graziani. La cerimonia funebre però era stata organizzata per il giorno dei morti; e così il feretro venne ricoverato in un locale di deposito del cimitero per otto lunghi giorni. I malintesi e gli equivoci dell’arrivo suscitarono polemiche e accrebbero le preoccupazioni delle autorità: il giorno prima della manifestazione il prefetto Carcaterra, già funzionario di alto grado della burocrazia fascista, cercò di impedire il corteo per le vie di Torino. Il suo intervento non impedì a migliaia di persone di riunirsi nei pressi della sede dell’ANED di Via Vela – dov’era stata nel frattempo allestita la “camera ardente” - e di raggiungere con automezzi propri e tutti i taxi disponibili il cimitero. Lì il deportato ignoto fu accolto da una folla immensa e dall’orazione di Gasparotto che molti anni prima, da ministro della Guerra, aveva organizzato il trasporto della salma del milite ignoto da Aquileia all’Altare della Patria. Come ricorda commosso uno dei protagonisti della vicenda, Ferruccio Maruffi (matricola 58973 a Mauthausen), ora un compito fondamentale dei pochi sopravvissuti era stato finalmente assolto nei confronti dei compagni caduti: dare ai loro familiari una tomba su cui pregare, cementare su una lapide la memoria collettiva della deportazione.

Da Mauthausen a Torino. La traslazione della salma del deportato ignoto nell’ottobre del 1948

CAVICCHIOLI, Silvia
2014-01-01

Abstract

Il 31 ottobre del 1948 la salma del deportato ignoto, giunta dal campo di concentramento di Mauthausen, veniva tumulata nel Campo della Gloria del Cimitero monumentale di Torino, salutata da migliaia di persone. L’evento era stato organizzato dall’ANED, l’Associazione degli ex-deportati politici nei lager nazisti, di cui nel saggio vengono ricostruite le prime iniziative, comprese all'interno dell'attività di quella vera e propria galassia associativa che a Torino, subito dopo la fine della guerra, si occupò del problema generale del reducismo. Una delegazione di torinesi in pellegrinaggio al campo (uno dei primi del dopoguerra) avrebbe dovuto riportare in Italia la salma: in realtà le cose non funzionano come previsto e la salma giunge alla stazione di Porta Nuova con diversi giorni di anticipo, su un carro merci senza scorta, come denunciò in Senato l’on. Luigi Gasparotto (padre del martire partigiano Leopoldo), proprio mentre l’opinione pubblica si divideva sul processo a Graziani. La cerimonia funebre però era stata organizzata per il giorno dei morti; e così il feretro venne ricoverato in un locale di deposito del cimitero per otto lunghi giorni. I malintesi e gli equivoci dell’arrivo suscitarono polemiche e accrebbero le preoccupazioni delle autorità: il giorno prima della manifestazione il prefetto Carcaterra, già funzionario di alto grado della burocrazia fascista, cercò di impedire il corteo per le vie di Torino. Il suo intervento non impedì a migliaia di persone di riunirsi nei pressi della sede dell’ANED di Via Vela – dov’era stata nel frattempo allestita la “camera ardente” - e di raggiungere con automezzi propri e tutti i taxi disponibili il cimitero. Lì il deportato ignoto fu accolto da una folla immensa e dall’orazione di Gasparotto che molti anni prima, da ministro della Guerra, aveva organizzato il trasporto della salma del milite ignoto da Aquileia all’Altare della Patria. Come ricorda commosso uno dei protagonisti della vicenda, Ferruccio Maruffi (matricola 58973 a Mauthausen), ora un compito fondamentale dei pochi sopravvissuti era stato finalmente assolto nei confronti dei compagni caduti: dare ai loro familiari una tomba su cui pregare, cementare su una lapide la memoria collettiva della deportazione.
2014
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http://www.storia900bivc.it/indexnet.html
Deportazione politica; Mauthausen; Aned; Deportazione; Deportato ignoto; 1948; Torino; Primo Levi; Tibaldi Italo; Gasparotto Luigi; Resistenza
Cavicchioli, Silvia
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