Nel 1947 va in scena al Festival di Salisburgo "Dantons Tod", il dramma di Buechner musicato dal giovane compositore Gottfried von Einem; per adattare il testo alla versione musicale EInem si è avvalso della collaborazione di un altro grande musicsita e suo maestro, Boris Blacher. Il risultato è un caso di Literaturoper, in cui si evita la manipolazione del soggetto in vero e proprio libretto, musicando invece le parole stesse dell'originale, fatti salvi alcuni tagli. Il saggio esplora innanzitutto gli effetti prodotti da questi tagli, le scelte operate da EInem e Blacher nella ridisposizione delle singole scene originali; poi ancora le conseguenze dell'inserimento della musica, con una certa ridefinizione di scene e personaggi; le potenzialità musicali del testo buechneriano sono fortissime e Einem le coglie con grande acutezza. Si è molto discusso se l'opera fosse sufficientemente moderna e quanto pesasse nella rilettura di Einem il ricordo ancora vivo dei traumi nazisti; la chiusa struggente con un canto popolare semplice e apparentemente eufonico è forse il momento più evidente di una drammaticità che non ha bisogno di rompere tutti i ponti con la tradizione; dentro la storia, tesa, cieca e violenta, affidata alle voci convulse dei gruppi corali, l'uomo come individuo singolo è sconfitto, ma non ancora perduto; di ciò testimoniano i fili sottili di melodia che ancora resistono agli scrolloni delle dissonanze e di una scrittura percussiva e aggressiva.

Zwischen Schauspiel und Literaturoper: "Dantons Tod" in der Vertonung von Gottfried von Einem (1947)

FAVA, Elisabetta
2015-01-01

Abstract

Nel 1947 va in scena al Festival di Salisburgo "Dantons Tod", il dramma di Buechner musicato dal giovane compositore Gottfried von Einem; per adattare il testo alla versione musicale EInem si è avvalso della collaborazione di un altro grande musicsita e suo maestro, Boris Blacher. Il risultato è un caso di Literaturoper, in cui si evita la manipolazione del soggetto in vero e proprio libretto, musicando invece le parole stesse dell'originale, fatti salvi alcuni tagli. Il saggio esplora innanzitutto gli effetti prodotti da questi tagli, le scelte operate da EInem e Blacher nella ridisposizione delle singole scene originali; poi ancora le conseguenze dell'inserimento della musica, con una certa ridefinizione di scene e personaggi; le potenzialità musicali del testo buechneriano sono fortissime e Einem le coglie con grande acutezza. Si è molto discusso se l'opera fosse sufficientemente moderna e quanto pesasse nella rilettura di Einem il ricordo ancora vivo dei traumi nazisti; la chiusa struggente con un canto popolare semplice e apparentemente eufonico è forse il momento più evidente di una drammaticità che non ha bisogno di rompere tutti i ponti con la tradizione; dentro la storia, tesa, cieca e violenta, affidata alle voci convulse dei gruppi corali, l'uomo come individuo singolo è sconfitto, ma non ancora perduto; di ciò testimoniano i fili sottili di melodia che ancora resistono agli scrolloni delle dissonanze e di una scrittura percussiva e aggressiva.
2015
Büchner-Rezeptionen ‒ interkulturell und intermedial
Peter Lang
Jahrbuch für Internationale Germanistik
122
167
185
ISBN9783034316378
Teatro musicale, teatro tedesco di prosa, declamazione, opera del Novecento, riscrittura, canto popolare, Gottfried von Einem, Georg Buechner
Fava, Elisabetta
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