Il saggio sostiene l'opportunità di ridurre i tipi di arbitrato possibili in materia societaria. ## In particolare, si nega l'ammissibilità "de iure condito" del cosiddetto arbitrato societario di diritto comune e "de iure condendo" si propone di abrogare la disposizione legislativa sulla cui base deve attualmente ammettersi l'arbitrato societario irrituale. ## SOMMARIO: 1. L’arbitrato societario di diritto speciale. – 2. L’arbitrato societario di diritto comune: gli inconvenienti derivanti dalla sua sopravvivenza. – 3. Segue: il superamento anche giurisprudenziale della tesi del «doppio binario». – 4. L’arbitrato irrituale societario: le difficoltà del coordinamento con le norme sull’arbitrato societario ex d.lgs. n. 5 del 2003. – 5. Segue: le insoddisfacenti proposte interpretative di armonizzazione. – 6. La proposta di semplificare il quadro normativo: la ratifica legislativa dell’esclusività dell’arbitrato societario. – 7. Segue: l’abrogazione dei riferimenti legislativi all’arbitrato irrituale. – 8. (Segue): l’abrogazione del d.lgs. n. 5 del 2003 e il trasferimento di parte della relativa disciplina nel codice di rito. ## SINTESI: Il legislatore italiano ha introdotto le previsioni sull’arbitrato societario di cui al d.lgs. n. 5 del 2003 allo scopo di estendere, facilitare e rendere più sicuro, il ricorso alla giustizia arbitrale nelle controversie tra i soci e tra i soci e la società. Questo obiettivo non è stato però conseguito o lo è stato solo in parte. Ciò a causa della difficoltà di coordinare la nuova disciplina, contenuta in una legge speciale, con la disciplina ordinaria del fenomeno arbitrale. In particolare, è risultato difficile sia il coordinamento con le norme sull’arbitrato rituale dettate dal codice di procedura civile sia il coordinamento con le norme sull’arbitrato irrituale, che nell’esperienza giuridica italiana ha natura negoziale ed è quasi privo di specifica regolamentazione legislativa. ## Fortunatamente, per quanto riguarda il rapporto con l’arbitrato rituale, l’intervento chiarificatore della suprema Corte ha infine consentito di superare alcuni importanti inconvenienti che si erano posti. Ma quanto al rapporto con l’arbitrato irrituale, i problemi registrati nell’applicazione della legge paiono irrisolvibili in via interpretativa. Sembrerebbe dunque opportuno un intervento di micro-chirurgia normativa, circoscritto all’abrogazione dell’art. 35, comma 5°, d.lgs. n. 5 del 2003. Si deve infatti ricordare che il contenuto letterale di questa disposizione obbliga l’interprete a riconoscere l’esistenza in materia societaria dell’arbitrato irrituale. E si deve altresì ricordare che sussistono gravi incertezze circa il contenuto di un tale arbitrato, che discendono dall’impossibilità di conciliare con regole sicure la forma irrituale con le previsioni tendenzialmente inderogabili dettate dal legislatore con il d.lgs. n. 5 del 2003. Sarebbe pertanto auspicabile, proprio per evitare tali incertezze, negare cittadinanza all’arbitrato irrituale in materia societaria: conclusione però preclusa all’interprete fino a quando non venga abrogato l’attuale art. 35, comma 5°, d.lgs. n. 5 del 2003. ## Una riflessione più ampia suggerisce ad ogni modo di prendere atto che – a seguito della complessiva riforma dell’arbitrato di cui al d.lgs. n. 40 del 2006 – le differenze tra il d.lgs. n. 5 del 2003 e il codice di rito si sono oggi molto attenuate. Ne consegue che un migliore e più drastico intervento di semplificazione potrebbe essere rappresentato dall’abrogazione dell’intera legge speciale sull’arbitrato societario, trasferendo nel codice di procedura civile, in un apposito nuovo articolo o modificando quelli esistenti, solo le norme davvero opportune per la specifica materia societaria, come quelle inerenti alla nomina degli arbitri da parte di un soggetto estraneo alla società, nonché ai depositi e alle iscrizioni nel registro delle imprese. ## AUTHOR: Eugenio Dalmotto, Assistant Professor at the University of Turin ## TITLE: Simplifying the Legislative Framework on Corporate Arbitration ## TABLE OF CONTENTS: 1. Corporate arbitration and its special legal framework. – 2. Corporate arbitration under the traditional legal framework known as «diritto comune»: the problems deriving from its survival. – 3. Follows: overcoming the «dual track» theory in the case law as well. – 4. Contractual arbitration («arbitrato irrituale») on corporate law matters: challenges in coordinating provisions on corporate arbitration under legislative decree 5/2003. – 5. Follows: the unsatisfactory legal interpretations for harmonization. – 6. The proposal to simplify the legal framework: legislative ratification of exclusivity of corporate arbitration. – 7. Follows: the abrogation of legislative references to contractual arbitration. – 8. Follows: abrogation of legislative decree 5/2003 and the transfer of parts of the related legal framework to the Italian Code of Civil Procedure. ## SUMMARY: Italian lawmakers have introduced the provisions on corporate arbitration set forth in legislative decree 5/2003 with the aim of extending, facilitating and lending greater certainty to the use of arbitration for the resolution of disputes between shareholders and between shareholders and companies. This task, however, has not been achieved or, where it has been achieved, its success remained only partial due to the difficulties in coordinating the new legal framework, set forth in a special law, with the traditional legal framework governing arbitration in Italy. In particular, it seems to be difficult to coordinate this new legal framework with the provisions on contractual arbitration («arbitrato irrituale»), which in the Italian legal system is considered contractual in nature and therefore not subject to any specific set of laws and regulations. ## Fortunately, regarding to the relationship with formal regulated arbitration («arbitrato rituale»), the Supreme Court has provided some guidance for the resolution of a number of significant problems that had arisen. However, regarding to the relationship with contractual arbitration, the problems found in the application of the law would not appear to be resolvable only from an interpretational standpoint. Some regulatory fine-tuning would therefore be worthwhile, in the form of an abrogation of art. 35, paragraph 5, of the legislative decree 5/2003. Let us recall that the literal interpretation of this statute requires courts to acknowledge the existence of contractual arbitration on corporate law matters. It must also be recalled that serious uncertainties exist on the actual functioning of such arbitral proceedings due to the impossibility of reconciling through uniform rules the contractual arbitration with the essentially mandatory rules laid down by the lawmakers in the legislative decree 5/2003. It would therefore be opportune in order to avoiding such uncertainties, to withhold formal recognition of contractual arbitration on corporate law matters: however, this conclusion may not be reached by the courts until the current art. 35, paragraph 5°, legislative decree 5/2003 will not be abrogated. ## At a broader level, it is worthwhile to acknowledge that following the general reforms on arbitration set forth in legislative decree 40/2006 – the differences between legislative decree 5/2003 and the Italian Code of Civil Procedure have become more attenuated. It follows that a better and more decisive simplification could consist in the abrogation of the entire special law on corporate arbitration through its transfer into a special article of the Italian Code of Civil Procedure or through the amendment of existing articles, of only those rules that are truly relevant to specific corporate matters, such as those dealing with the appointment of arbitrators by a person outside the company, as well as the related filings and registrations into the companies register.
Per la semplificazione del quadro normativo in tema di arbitrato societario
DALMOTTO, Eugenio
2015-01-01
Abstract
Il saggio sostiene l'opportunità di ridurre i tipi di arbitrato possibili in materia societaria. ## In particolare, si nega l'ammissibilità "de iure condito" del cosiddetto arbitrato societario di diritto comune e "de iure condendo" si propone di abrogare la disposizione legislativa sulla cui base deve attualmente ammettersi l'arbitrato societario irrituale. ## SOMMARIO: 1. L’arbitrato societario di diritto speciale. – 2. L’arbitrato societario di diritto comune: gli inconvenienti derivanti dalla sua sopravvivenza. – 3. Segue: il superamento anche giurisprudenziale della tesi del «doppio binario». – 4. L’arbitrato irrituale societario: le difficoltà del coordinamento con le norme sull’arbitrato societario ex d.lgs. n. 5 del 2003. – 5. Segue: le insoddisfacenti proposte interpretative di armonizzazione. – 6. La proposta di semplificare il quadro normativo: la ratifica legislativa dell’esclusività dell’arbitrato societario. – 7. Segue: l’abrogazione dei riferimenti legislativi all’arbitrato irrituale. – 8. (Segue): l’abrogazione del d.lgs. n. 5 del 2003 e il trasferimento di parte della relativa disciplina nel codice di rito. ## SINTESI: Il legislatore italiano ha introdotto le previsioni sull’arbitrato societario di cui al d.lgs. n. 5 del 2003 allo scopo di estendere, facilitare e rendere più sicuro, il ricorso alla giustizia arbitrale nelle controversie tra i soci e tra i soci e la società. Questo obiettivo non è stato però conseguito o lo è stato solo in parte. Ciò a causa della difficoltà di coordinare la nuova disciplina, contenuta in una legge speciale, con la disciplina ordinaria del fenomeno arbitrale. In particolare, è risultato difficile sia il coordinamento con le norme sull’arbitrato rituale dettate dal codice di procedura civile sia il coordinamento con le norme sull’arbitrato irrituale, che nell’esperienza giuridica italiana ha natura negoziale ed è quasi privo di specifica regolamentazione legislativa. ## Fortunatamente, per quanto riguarda il rapporto con l’arbitrato rituale, l’intervento chiarificatore della suprema Corte ha infine consentito di superare alcuni importanti inconvenienti che si erano posti. Ma quanto al rapporto con l’arbitrato irrituale, i problemi registrati nell’applicazione della legge paiono irrisolvibili in via interpretativa. Sembrerebbe dunque opportuno un intervento di micro-chirurgia normativa, circoscritto all’abrogazione dell’art. 35, comma 5°, d.lgs. n. 5 del 2003. Si deve infatti ricordare che il contenuto letterale di questa disposizione obbliga l’interprete a riconoscere l’esistenza in materia societaria dell’arbitrato irrituale. E si deve altresì ricordare che sussistono gravi incertezze circa il contenuto di un tale arbitrato, che discendono dall’impossibilità di conciliare con regole sicure la forma irrituale con le previsioni tendenzialmente inderogabili dettate dal legislatore con il d.lgs. n. 5 del 2003. Sarebbe pertanto auspicabile, proprio per evitare tali incertezze, negare cittadinanza all’arbitrato irrituale in materia societaria: conclusione però preclusa all’interprete fino a quando non venga abrogato l’attuale art. 35, comma 5°, d.lgs. n. 5 del 2003. ## Una riflessione più ampia suggerisce ad ogni modo di prendere atto che – a seguito della complessiva riforma dell’arbitrato di cui al d.lgs. n. 40 del 2006 – le differenze tra il d.lgs. n. 5 del 2003 e il codice di rito si sono oggi molto attenuate. Ne consegue che un migliore e più drastico intervento di semplificazione potrebbe essere rappresentato dall’abrogazione dell’intera legge speciale sull’arbitrato societario, trasferendo nel codice di procedura civile, in un apposito nuovo articolo o modificando quelli esistenti, solo le norme davvero opportune per la specifica materia societaria, come quelle inerenti alla nomina degli arbitri da parte di un soggetto estraneo alla società, nonché ai depositi e alle iscrizioni nel registro delle imprese. ## AUTHOR: Eugenio Dalmotto, Assistant Professor at the University of Turin ## TITLE: Simplifying the Legislative Framework on Corporate Arbitration ## TABLE OF CONTENTS: 1. Corporate arbitration and its special legal framework. – 2. Corporate arbitration under the traditional legal framework known as «diritto comune»: the problems deriving from its survival. – 3. Follows: overcoming the «dual track» theory in the case law as well. – 4. Contractual arbitration («arbitrato irrituale») on corporate law matters: challenges in coordinating provisions on corporate arbitration under legislative decree 5/2003. – 5. Follows: the unsatisfactory legal interpretations for harmonization. – 6. The proposal to simplify the legal framework: legislative ratification of exclusivity of corporate arbitration. – 7. Follows: the abrogation of legislative references to contractual arbitration. – 8. Follows: abrogation of legislative decree 5/2003 and the transfer of parts of the related legal framework to the Italian Code of Civil Procedure. ## SUMMARY: Italian lawmakers have introduced the provisions on corporate arbitration set forth in legislative decree 5/2003 with the aim of extending, facilitating and lending greater certainty to the use of arbitration for the resolution of disputes between shareholders and between shareholders and companies. This task, however, has not been achieved or, where it has been achieved, its success remained only partial due to the difficulties in coordinating the new legal framework, set forth in a special law, with the traditional legal framework governing arbitration in Italy. In particular, it seems to be difficult to coordinate this new legal framework with the provisions on contractual arbitration («arbitrato irrituale»), which in the Italian legal system is considered contractual in nature and therefore not subject to any specific set of laws and regulations. ## Fortunately, regarding to the relationship with formal regulated arbitration («arbitrato rituale»), the Supreme Court has provided some guidance for the resolution of a number of significant problems that had arisen. However, regarding to the relationship with contractual arbitration, the problems found in the application of the law would not appear to be resolvable only from an interpretational standpoint. Some regulatory fine-tuning would therefore be worthwhile, in the form of an abrogation of art. 35, paragraph 5, of the legislative decree 5/2003. Let us recall that the literal interpretation of this statute requires courts to acknowledge the existence of contractual arbitration on corporate law matters. It must also be recalled that serious uncertainties exist on the actual functioning of such arbitral proceedings due to the impossibility of reconciling through uniform rules the contractual arbitration with the essentially mandatory rules laid down by the lawmakers in the legislative decree 5/2003. It would therefore be opportune in order to avoiding such uncertainties, to withhold formal recognition of contractual arbitration on corporate law matters: however, this conclusion may not be reached by the courts until the current art. 35, paragraph 5°, legislative decree 5/2003 will not be abrogated. ## At a broader level, it is worthwhile to acknowledge that following the general reforms on arbitration set forth in legislative decree 40/2006 – the differences between legislative decree 5/2003 and the Italian Code of Civil Procedure have become more attenuated. It follows that a better and more decisive simplification could consist in the abrogation of the entire special law on corporate arbitration through its transfer into a special article of the Italian Code of Civil Procedure or through the amendment of existing articles, of only those rules that are truly relevant to specific corporate matters, such as those dealing with the appointment of arbitrators by a person outside the company, as well as the related filings and registrations into the companies register.File | Dimensione | Formato | |
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