SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Il carattere «prevalentemente pratico» delle prove di abilitazione: la vecchia legge professionale forense e le sue successive modifiche. – 3. Segue: la nuova legge professionale forense. – 4. La distinzione tra pareri ed atti giudiziari. – 5. L’insussistenza del dovere di indicare la giurisprudenza contraria negli atti. – 6. L’inopportunità di indicare la giurisprudenza contraria nel caso di specie: esistenza di una giurisprudenza contraria. – 7. Segue: rilevanza della giurisprudenza contraria. – 8. Segue: attualità della giurisprudenza contraria. – 9. Conclusioni. ## ABSTRACT: L’a. prende lo spunto da una recente sentenza con cui il Consiglio di Stato ha annullato l’esclusione di un candidato all’esame di abilitazione alla professione forense per ricostruire il carattere «prevalentemente pratico» dello stesso e per discutere dei doveri deontologici nonché legislativi di lealtà e di probità del difensore nel processo civile. In questo quadro, equiparata la posizione del candidato a quella di un professionista nell’esercizio della propria attività, viene motivatamente condivisa la decisione del supremo giudice amministrativo, secondo cui non può ragionevolmente pretendersi che in un atto giudiziario l’avvocato, contravvenendo ai doveri di fedeltà e di difesa affermati dal codice deontologico forense, «potenzialmente pregiudichi o comunque indebolisca la posizione del proprio assistito riportando la giurisprudenza contraria alla tesi che ne supporta la domanda». Né – come viene illustrato – le particolarità del caso di specie potevano condurre a una conclusione diversa. La potenzialità negativa della giurisprudenza contraria che il candidato avrebbe dovuto in ipotesi citare non poteva infatti essere annullata argomentando circa la sua irrilevanza o mostrando come fosse superata o comunque contrastata da una giurisprudenza successiva.

L’esame di abilitazione alla professione forense: doveri dell’avvocato e tecniche di redazione dell’atto giudiziario

DALMOTTO, Eugenio
2016-01-01

Abstract

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Il carattere «prevalentemente pratico» delle prove di abilitazione: la vecchia legge professionale forense e le sue successive modifiche. – 3. Segue: la nuova legge professionale forense. – 4. La distinzione tra pareri ed atti giudiziari. – 5. L’insussistenza del dovere di indicare la giurisprudenza contraria negli atti. – 6. L’inopportunità di indicare la giurisprudenza contraria nel caso di specie: esistenza di una giurisprudenza contraria. – 7. Segue: rilevanza della giurisprudenza contraria. – 8. Segue: attualità della giurisprudenza contraria. – 9. Conclusioni. ## ABSTRACT: L’a. prende lo spunto da una recente sentenza con cui il Consiglio di Stato ha annullato l’esclusione di un candidato all’esame di abilitazione alla professione forense per ricostruire il carattere «prevalentemente pratico» dello stesso e per discutere dei doveri deontologici nonché legislativi di lealtà e di probità del difensore nel processo civile. In questo quadro, equiparata la posizione del candidato a quella di un professionista nell’esercizio della propria attività, viene motivatamente condivisa la decisione del supremo giudice amministrativo, secondo cui non può ragionevolmente pretendersi che in un atto giudiziario l’avvocato, contravvenendo ai doveri di fedeltà e di difesa affermati dal codice deontologico forense, «potenzialmente pregiudichi o comunque indebolisca la posizione del proprio assistito riportando la giurisprudenza contraria alla tesi che ne supporta la domanda». Né – come viene illustrato – le particolarità del caso di specie potevano condurre a una conclusione diversa. La potenzialità negativa della giurisprudenza contraria che il candidato avrebbe dovuto in ipotesi citare non poteva infatti essere annullata argomentando circa la sua irrilevanza o mostrando come fosse superata o comunque contrastata da una giurisprudenza successiva.
2016
1
97
114
Avvocato, Ordinamento della professione, Esame di abilitazione, Prove scritte, Redazione di atto giudiziario, Dovere di citare la giurisprudenza contraria, Insussistenza, Doveri di lealtà e probità nel processo civile, Deontologia
Eugenio Dalmotto
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