Se il primo periodo torinese di Francesco De Sanctis è denso di studi e di lavori critici, il secondo è connotato da un intenso e pressoché esclusivo impegno politico che, verso la fine, intorno appunto allo spostamento della capitale, s’intreccia a una vigorosa ripresa della scrittura, nel nome di un’inedita urgenza polemica che si riverserà anche nelle opere più ampie e meditate come la successiva Storia della letteratura italiana. Il volume si snoda attraverso la contestualizzazione della Storia e dell’insegnamento desanctisiano nella tradizione critica e universitaria italiana (Anselmi); la svolta desanctisiana dei difficilissimi anni Sessanta e il tentativo di costruire un nuovo modello politico attraverso un rinnovamento della democrazia italiana postunitaria (Iermano); la ricerca di una patria moderna da parte dell’esule delle lotte risorgimentali e dello studioso di Dante, che propone nella Storia una moderna idea di italianità (Sabbatino); l’analisi della recezione di De Sanctis da parte del maestro torinese Umberto Cosmo nell’intreccio fra passione letteraria e antifascismo (Allasia); la delineazione del rapporto fra letteratura e impegno come emerge negli anni dell’esilio fra ridimensionamento dell’hegelismo e centralità di Leopardi (D’Elia); l’indagine dell’avvicinamento di De Sanctis a Zola e del suo incontro con le scienze naturali, dagli interessi medici della giovinezza al pronto accoglimento delle teorie darwiniane negli ultimi, proficui anni della sua vita (Nay); l’accurata disamina della lettura della Fedra e dello stretto rapporto con la letteratura francese (Neppi); le considerazioni sulla necessità intellettuale e morale di ripensare a De Sanctis (Ficara); l’individuazione di carte d’archivio sul De Sanctis ministro e sugli interessi accademici di Graf e Cosmo per la sua opera (Novaria). Questa raccolta di saggi vuole contribuire a restituire De Sanctis a se stesso, che è il modo migliore per consegnarlo al nostro tempo.
Francesco De Sanctis a Torino da esule a ministro
ALLASIA, Clara;NAY, Laura
2015-01-01
Abstract
Se il primo periodo torinese di Francesco De Sanctis è denso di studi e di lavori critici, il secondo è connotato da un intenso e pressoché esclusivo impegno politico che, verso la fine, intorno appunto allo spostamento della capitale, s’intreccia a una vigorosa ripresa della scrittura, nel nome di un’inedita urgenza polemica che si riverserà anche nelle opere più ampie e meditate come la successiva Storia della letteratura italiana. Il volume si snoda attraverso la contestualizzazione della Storia e dell’insegnamento desanctisiano nella tradizione critica e universitaria italiana (Anselmi); la svolta desanctisiana dei difficilissimi anni Sessanta e il tentativo di costruire un nuovo modello politico attraverso un rinnovamento della democrazia italiana postunitaria (Iermano); la ricerca di una patria moderna da parte dell’esule delle lotte risorgimentali e dello studioso di Dante, che propone nella Storia una moderna idea di italianità (Sabbatino); l’analisi della recezione di De Sanctis da parte del maestro torinese Umberto Cosmo nell’intreccio fra passione letteraria e antifascismo (Allasia); la delineazione del rapporto fra letteratura e impegno come emerge negli anni dell’esilio fra ridimensionamento dell’hegelismo e centralità di Leopardi (D’Elia); l’indagine dell’avvicinamento di De Sanctis a Zola e del suo incontro con le scienze naturali, dagli interessi medici della giovinezza al pronto accoglimento delle teorie darwiniane negli ultimi, proficui anni della sua vita (Nay); l’accurata disamina della lettura della Fedra e dello stretto rapporto con la letteratura francese (Neppi); le considerazioni sulla necessità intellettuale e morale di ripensare a De Sanctis (Ficara); l’individuazione di carte d’archivio sul De Sanctis ministro e sugli interessi accademici di Graf e Cosmo per la sua opera (Novaria). Questa raccolta di saggi vuole contribuire a restituire De Sanctis a se stesso, che è il modo migliore per consegnarlo al nostro tempo.File | Dimensione | Formato | |
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