Per indicare un protocollo di acquisizione in risonanza magnetica è utilizzato il termine sequenza. Il termine sta a indicare che l’azione dei diversi campi magnetici utilizzati, in particolare gli impulsi a radiofrequenza e dei gradienti, deve avvenire “in sequenza”, con tempi e durate specifiche per il tipo di contrasto che si desidera ottenere. Gli obiettivi comuni a tutte le sequenze sono quelli descritti nei capitoli precedenti: produrre un segnale misurabile attraverso la creazione di una magnetizzazione trasversale, la definizione di una codifica spaziale per la ricostruzione dell’immagine e la generazione di un’opportuna tipologia di contrasto. Le possibilità con cui ottenere questi obiettivi e generare forme di contrasto diverse sono numerosissime; esse sono state oggetto di grande sviluppo negli ultimi anni e tuttora si continua a perfezionare e a ideare nuove tipologie di sequenze. Il funzionamento di ciascuna sequenza può essere analizzato utilizzando il diagramma temporale, mostrando l’azione reciproca dei gradienti e impulsi RF con la generazione e raccolta del segnale. Esistono diversi tipi di parametri che possono concorrere alla definizione di una sequenza, come il TE, il TR o l’angolo di ribaltamento FA che, a differenza di quanto visto finora può anche essere diverso da 90° e in alcune modalità può assumere valori di pochi gradi. Per ciascuna sequenza si analizzerà, in particolare, il ruolo dei suoi peculiari parametri estrinseci. La nomenclatura utilizzata per denominare le diverse sequenze non è standard, e solitamente si riferisce ad acronimi ideati e proprietari delle diverse ditte produttrici. Questo è spesso fonte di confusione per gli operatori che intendono confrontarsi sui risultati ottenibili su apparecchiature diverse, anche perché non è sempre agevole la variazione di uno stesso parametro in apparecchiature prodotte da costruttori diversi. Talvolta sono utilizzati nomi diversi per identificare lo stesso parametro, sia quelli spaziali, sia quelli estrinseci. Al termine del capitolo è quindi riportata una tabella di confronto tra denominazioni associate allo stesso tipo di sequenza da parte di ditte diverse.
Le sequenze RM: tecniche fondamentali
CORIASCO, Mario Gino;BRADAC, Gianni Boris
2014-01-01
Abstract
Per indicare un protocollo di acquisizione in risonanza magnetica è utilizzato il termine sequenza. Il termine sta a indicare che l’azione dei diversi campi magnetici utilizzati, in particolare gli impulsi a radiofrequenza e dei gradienti, deve avvenire “in sequenza”, con tempi e durate specifiche per il tipo di contrasto che si desidera ottenere. Gli obiettivi comuni a tutte le sequenze sono quelli descritti nei capitoli precedenti: produrre un segnale misurabile attraverso la creazione di una magnetizzazione trasversale, la definizione di una codifica spaziale per la ricostruzione dell’immagine e la generazione di un’opportuna tipologia di contrasto. Le possibilità con cui ottenere questi obiettivi e generare forme di contrasto diverse sono numerosissime; esse sono state oggetto di grande sviluppo negli ultimi anni e tuttora si continua a perfezionare e a ideare nuove tipologie di sequenze. Il funzionamento di ciascuna sequenza può essere analizzato utilizzando il diagramma temporale, mostrando l’azione reciproca dei gradienti e impulsi RF con la generazione e raccolta del segnale. Esistono diversi tipi di parametri che possono concorrere alla definizione di una sequenza, come il TE, il TR o l’angolo di ribaltamento FA che, a differenza di quanto visto finora può anche essere diverso da 90° e in alcune modalità può assumere valori di pochi gradi. Per ciascuna sequenza si analizzerà, in particolare, il ruolo dei suoi peculiari parametri estrinseci. La nomenclatura utilizzata per denominare le diverse sequenze non è standard, e solitamente si riferisce ad acronimi ideati e proprietari delle diverse ditte produttrici. Questo è spesso fonte di confusione per gli operatori che intendono confrontarsi sui risultati ottenibili su apparecchiature diverse, anche perché non è sempre agevole la variazione di uno stesso parametro in apparecchiature prodotte da costruttori diversi. Talvolta sono utilizzati nomi diversi per identificare lo stesso parametro, sia quelli spaziali, sia quelli estrinseci. Al termine del capitolo è quindi riportata una tabella di confronto tra denominazioni associate allo stesso tipo di sequenza da parte di ditte diverse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.