Walter Benjamin nel corso della sua intera produzione filosofica ritorna costantemente sul tema del mito. Esso, a conti fatti, può essere inteso quale “sismografo teorico” in grado di registrare le varie oscillazioni del pensiero benjaminiano, essendo quest’ultimo incentrato – in ogni sua fase – nel plesso teorico della critica dell’ideologia, superamento di una concezione destinale del tempo e ricerca del salvezza nell’attualità storica del presente. Dal saggio su L’origine del dramma barocco tedesco (1924) – passando attraverso lo scritto dedicato a Bachofen (1935) – alle Tesi sul concetto di storia, la critica di un tempo storico «infeudato al mito» occupa il centro di una speculazione metafisico-politica che potrebbe essere riassunta nel motto storicizzare il mito, comunque esso sia inteso. Dove “storicizzazione” deve intendersi nel senso di un passaggio da una concezione lapidaria del tempo, in cui le insensibili transizioni si misurano in «intere ere geologiche» (ingeneranti ignavia e rassegnazione), ad una dottrina della storia fondata sulla nozione di intermittenza, passibile della «tecnica del montaggio» (in senso cinematografico).
Benjamin: il tempo creaturale, tra mito e salvezza
CUOZZO, Gianluca
2015-01-01
Abstract
Walter Benjamin nel corso della sua intera produzione filosofica ritorna costantemente sul tema del mito. Esso, a conti fatti, può essere inteso quale “sismografo teorico” in grado di registrare le varie oscillazioni del pensiero benjaminiano, essendo quest’ultimo incentrato – in ogni sua fase – nel plesso teorico della critica dell’ideologia, superamento di una concezione destinale del tempo e ricerca del salvezza nell’attualità storica del presente. Dal saggio su L’origine del dramma barocco tedesco (1924) – passando attraverso lo scritto dedicato a Bachofen (1935) – alle Tesi sul concetto di storia, la critica di un tempo storico «infeudato al mito» occupa il centro di una speculazione metafisico-politica che potrebbe essere riassunta nel motto storicizzare il mito, comunque esso sia inteso. Dove “storicizzazione” deve intendersi nel senso di un passaggio da una concezione lapidaria del tempo, in cui le insensibili transizioni si misurano in «intere ere geologiche» (ingeneranti ignavia e rassegnazione), ad una dottrina della storia fondata sulla nozione di intermittenza, passibile della «tecnica del montaggio» (in senso cinematografico).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.