Il processo di riforma e apertura inaugurato da Deng Xiaoping nel 1978, e l'impegno, assunto dal PCC nel 1997, per trasformare la Cina in uno Stato di Diritto non hanno solo portato all'edificazione di un sistema socialista di leggi con caratteristiche cinesi completo, come dichiarato, nel marzo 2011, dagli stessi leader della Repubblica Popolare. La trasformazione della RPC in un'economia di mercato, e il parallelo sviluppo del mercato immobiliare hanno anche fatto emergere una tipologia di casi nuovi, legati alla vendita delle case cosiddette di seconda mano, ed espressione di diritti per la tutela dei quali, fino a qualche anno fa, sarebbe stato impensabile per un cittadino cinese rivolgersi a una corte: le controversie per il trasferimento di casa maledetta (xiongzhai maimai jiufen). Se, infatti, è certo che acquistare una casa in cui è avvenuta una morte contro natura può non essere, in Cina, un buon affare, meno scontato è come debba comportarsi il giudice della Corte del popolo di fronte, ad esempio, all'acquirente che lamenta che il venditore ha taciuto, al momento dell'accordo, che l'immobile ha fama di casa maledetta. Può il diritto dell'attore, riconosciuto dalla tradizione ma non dal diritto positivo, trovare ristoro presso le corti di un Paese socialista, materialista per definizione? Su quali basi giuridiche si possono fondare le sue pretese? Questo articolo si propone, attraverso l'analisi di alcuni casi decisi dalle Corti del Popolo Cinesi a partire dal 2004, di mettere il luce il complesso rapporto esistente tra tradizione, diritto ed economia nel Paese che offre il più grande esempio di recezione del diritto della storia dell'Umanità.
Non è vero ma ci credo. Le controversie riguardanti case infestate in Cina
NOVARETTI, Simona
2014-01-01
Abstract
Il processo di riforma e apertura inaugurato da Deng Xiaoping nel 1978, e l'impegno, assunto dal PCC nel 1997, per trasformare la Cina in uno Stato di Diritto non hanno solo portato all'edificazione di un sistema socialista di leggi con caratteristiche cinesi completo, come dichiarato, nel marzo 2011, dagli stessi leader della Repubblica Popolare. La trasformazione della RPC in un'economia di mercato, e il parallelo sviluppo del mercato immobiliare hanno anche fatto emergere una tipologia di casi nuovi, legati alla vendita delle case cosiddette di seconda mano, ed espressione di diritti per la tutela dei quali, fino a qualche anno fa, sarebbe stato impensabile per un cittadino cinese rivolgersi a una corte: le controversie per il trasferimento di casa maledetta (xiongzhai maimai jiufen). Se, infatti, è certo che acquistare una casa in cui è avvenuta una morte contro natura può non essere, in Cina, un buon affare, meno scontato è come debba comportarsi il giudice della Corte del popolo di fronte, ad esempio, all'acquirente che lamenta che il venditore ha taciuto, al momento dell'accordo, che l'immobile ha fama di casa maledetta. Può il diritto dell'attore, riconosciuto dalla tradizione ma non dal diritto positivo, trovare ristoro presso le corti di un Paese socialista, materialista per definizione? Su quali basi giuridiche si possono fondare le sue pretese? Questo articolo si propone, attraverso l'analisi di alcuni casi decisi dalle Corti del Popolo Cinesi a partire dal 2004, di mettere il luce il complesso rapporto esistente tra tradizione, diritto ed economia nel Paese che offre il più grande esempio di recezione del diritto della storia dell'Umanità.File | Dimensione | Formato | |
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