Le due globalizzazioni gemelle dei mercati internazionali dei prodotti e dei mercati dei capitali, e la rapida entrata dei paesi in via di industrializzazione ha messo in discussione le basi della specializzazione dei paesi avanzati tradizionalmente basata su produzioni ad alta di capitale. I paesi avanzati hanno avviato, sin dagli ultimi decenni del XX secolo, una radicale trasformazione strutturale caratterizzata dal declino dell’industria manifatturiera e la crescita dei servizi alla produzione ad alta intensità di conoscenza. La loro nuova specializzazione è ora basata sulla generazione e uso della conoscenza al tempo stesso come input strategico e prodotto finale. Il forte radicamento della conoscenza tecnologica nella struttura istituzionale e produttiva dei paesi avanzati ne riduce la mobilità internazionale e consente di essere all’origine di un nuovo vantaggio competitivo sostenibile almeno nel medio termine. La transizione da una specializzazione produttiva basata sulla manifattura ad alta intensità di capitale fisso ad una basata sull’economia della conoscenza ad alta intensità di capitale umano è un processo doloroso e problematico la cui durata è definita dal rapporto tra il tasso di entrata delle nuove imprese di servizi alla produzione e il tasso di uscita delle imprese manifatturiere. La centralità della conoscenza come fattore competitivo cardinale per le economie avanzate e la necessità di accelerare la transizione rende indispensabile l’elaborazione di una politica economica della conoscenza. Parte integrante della politica economica della conoscenza è la costruzione di una domanda pubblica competente basata sull’attivazione consapevole e selettiva della complementarietà dei saperi prodotti dalla ricerca pubblica con la domanda pubblica di beni e servizi. La debolezza dell’economia privata della conoscenza in Italia rafforza la necessità di una forte politica economica della conoscenza.

LA POLITICA ECONOMICA DELLA CONOSCENZA

ANTONELLI, Cristiano
2014-01-01

Abstract

Le due globalizzazioni gemelle dei mercati internazionali dei prodotti e dei mercati dei capitali, e la rapida entrata dei paesi in via di industrializzazione ha messo in discussione le basi della specializzazione dei paesi avanzati tradizionalmente basata su produzioni ad alta di capitale. I paesi avanzati hanno avviato, sin dagli ultimi decenni del XX secolo, una radicale trasformazione strutturale caratterizzata dal declino dell’industria manifatturiera e la crescita dei servizi alla produzione ad alta intensità di conoscenza. La loro nuova specializzazione è ora basata sulla generazione e uso della conoscenza al tempo stesso come input strategico e prodotto finale. Il forte radicamento della conoscenza tecnologica nella struttura istituzionale e produttiva dei paesi avanzati ne riduce la mobilità internazionale e consente di essere all’origine di un nuovo vantaggio competitivo sostenibile almeno nel medio termine. La transizione da una specializzazione produttiva basata sulla manifattura ad alta intensità di capitale fisso ad una basata sull’economia della conoscenza ad alta intensità di capitale umano è un processo doloroso e problematico la cui durata è definita dal rapporto tra il tasso di entrata delle nuove imprese di servizi alla produzione e il tasso di uscita delle imprese manifatturiere. La centralità della conoscenza come fattore competitivo cardinale per le economie avanzate e la necessità di accelerare la transizione rende indispensabile l’elaborazione di una politica economica della conoscenza. Parte integrante della politica economica della conoscenza è la costruzione di una domanda pubblica competente basata sull’attivazione consapevole e selettiva della complementarietà dei saperi prodotti dalla ricerca pubblica con la domanda pubblica di beni e servizi. La debolezza dell’economia privata della conoscenza in Italia rafforza la necessità di una forte politica economica della conoscenza.
2014
48
3
25
42
Globalizzazione - crisi economica; economia della conoscenza
C.ANTONELLI
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