Il periodo di pesante turbolenza finanziaria iniziato con la crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti e culminato nel fallimento di Lehman Brothers ha stimolato una serie di profonde riflessioni sulle debolezze degli schemi regolamentari in vigore. Tutti i principali organi di controllo attivi a livello nazionale e internazionale sono stati coinvolti in una revisione critica dell'architettura di vigilanza sul sistema finanziario, al fine di capire che cosa sia andato storto e che cosa fare per evitare che problematiche simili possano insorgere in futuro. Un importante approdo di queste riflessioni è stato la decisione di individuare le banche e gli altri intermediari caratterizzati da una importanza sistemica a livello internazionale (global systemically important financial institutions – G-SIFI), al fine di sottoporli ad un regime di vigilanza rafforzato. L'idea è abbastanza semplice: se un’istituzione finanziaria è così grande e così interconnessa ad altri intermediari che il suo fallimento possa presentare un effetto dirompente sul sistema finanziario internazionale, allora la probabilità di tale fallimento deve essere ridotta attraverso l'imposizione di maggiori requisiti patrimoniali e attraverso un'azione di controllo più stringente da parte degli organi deputati. La determinazione dei criteri per l’identificazione delle G-SIFI è stata demandata al Comitato di Basilea e, sulla loro base, il Financial Stability Board ha pubblicato una prima lista di banche a rilevanza sistemica (global systemically important banks – G-SIB), composta da 29 banche, nel mese di novembre 2011. Due successive revisioni annuali di tale lista sono state diffuse a novembre 2012 e 2013, con lievi cambiamenti rispetto alla prima versione. Dal momento che le G-SIB dovranno rispettare requisiti patrimoniali rafforzati e saranno sottoposte a “vigilanza speciale”, la loro affidabilità creditizia dovrebbe essere in linea di principio maggiore rispetto a quella di altre banche di grande dimensione. Le G-SIB sono, infatti, in sostanza, un gruppo d’intermediari per i quali il principio del too big to fail – o, meglio, too systemic to fail, come precisano alcuni commentatori – è stato esplicitato e “corazzato” attraverso uno speciale apparato di difese. La nostra domanda di ricerca, sulla base di queste premesse, è la seguente: il mercato finanziario internazionale ha riconosciuto uno status speciale alle G-SIB rispetto ad altre banche di grande dimensione? Gli investitori hanno effettivamente percepito un minor rischio, quotando un minor premio “assicurativo” sul rischio di insolvenza, tramite i contratti credit default swap? In parole ancora più semplici: l’inclusione nel gruppo delle G-SIB ha qualche importanza agli occhi degli investitori? Implicita in queste domande ve ne è un’altra, molto rilevante anche per gli organi di controllo: il mercato crede all’efficacia del nuovo quadro regolamentare messo in piedi per vigilare sui principali intermediari finanziari?

Lo status di banca sistemica gioca un ruolo significativo? Una verifica empirica sui Cds delle maggiori banche europee

DE VINCENTIIS, Paola
2014-01-01

Abstract

Il periodo di pesante turbolenza finanziaria iniziato con la crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti e culminato nel fallimento di Lehman Brothers ha stimolato una serie di profonde riflessioni sulle debolezze degli schemi regolamentari in vigore. Tutti i principali organi di controllo attivi a livello nazionale e internazionale sono stati coinvolti in una revisione critica dell'architettura di vigilanza sul sistema finanziario, al fine di capire che cosa sia andato storto e che cosa fare per evitare che problematiche simili possano insorgere in futuro. Un importante approdo di queste riflessioni è stato la decisione di individuare le banche e gli altri intermediari caratterizzati da una importanza sistemica a livello internazionale (global systemically important financial institutions – G-SIFI), al fine di sottoporli ad un regime di vigilanza rafforzato. L'idea è abbastanza semplice: se un’istituzione finanziaria è così grande e così interconnessa ad altri intermediari che il suo fallimento possa presentare un effetto dirompente sul sistema finanziario internazionale, allora la probabilità di tale fallimento deve essere ridotta attraverso l'imposizione di maggiori requisiti patrimoniali e attraverso un'azione di controllo più stringente da parte degli organi deputati. La determinazione dei criteri per l’identificazione delle G-SIFI è stata demandata al Comitato di Basilea e, sulla loro base, il Financial Stability Board ha pubblicato una prima lista di banche a rilevanza sistemica (global systemically important banks – G-SIB), composta da 29 banche, nel mese di novembre 2011. Due successive revisioni annuali di tale lista sono state diffuse a novembre 2012 e 2013, con lievi cambiamenti rispetto alla prima versione. Dal momento che le G-SIB dovranno rispettare requisiti patrimoniali rafforzati e saranno sottoposte a “vigilanza speciale”, la loro affidabilità creditizia dovrebbe essere in linea di principio maggiore rispetto a quella di altre banche di grande dimensione. Le G-SIB sono, infatti, in sostanza, un gruppo d’intermediari per i quali il principio del too big to fail – o, meglio, too systemic to fail, come precisano alcuni commentatori – è stato esplicitato e “corazzato” attraverso uno speciale apparato di difese. La nostra domanda di ricerca, sulla base di queste premesse, è la seguente: il mercato finanziario internazionale ha riconosciuto uno status speciale alle G-SIB rispetto ad altre banche di grande dimensione? Gli investitori hanno effettivamente percepito un minor rischio, quotando un minor premio “assicurativo” sul rischio di insolvenza, tramite i contratti credit default swap? In parole ancora più semplici: l’inclusione nel gruppo delle G-SIB ha qualche importanza agli occhi degli investitori? Implicita in queste domande ve ne è un’altra, molto rilevante anche per gli organi di controllo: il mercato crede all’efficacia del nuovo quadro regolamentare messo in piedi per vigilare sui principali intermediari finanziari?
2014
Special Issue 2/2014
12
27
http://www.bancaria.it/special-issue-n-12-2014
vigilanza; banche sistemiche; credit default swap
Paola De Vincentiis
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