"Antropologia e beni culturali nelle Alpi: studiare, valorizzare, restituire" è il titolo di un volume fresco di stampa (Bonato, Viazzo 2013) che riunisce i contributi presentati a un convegno tenutosi a Torino nel novembre 2012. Il convegno si proponeva, da una parte, di documentare gli esiti delle indagini condotte da gruppi di ricercatori delle quattro università piemontesi nel quadro del progetto E.CH.I. (Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale) e dall’altra di fare il punto, in prospettiva comparativa e con apporti interdisciplinari, sulla ricerca antropologica in area alpina, concentrandosi su tre compiti – studiare, valorizzare, restituire – con i quali chi si occupa di beni culturali demoetnoantropologici deve confrontarsi in condizioni che per più ragioni appaiono assai diverse rispetto agli anni in cui l’antropologia alpina è nata e ha conosciuto i suoi primi sviluppi. I risultati che sono emersi o stanno emergendo da E.CH.I. e da altri progetti di ricerca attualmente in corso nelle valli alpine piemontesi segnalano peraltro tradizioni in continuo movimento, mutamento e rinnovamento, anche a causa delle trasformazioni socio-demografiche che con crescente evidenza stanno interessando le Alpi italiane. Di qui la necessità di porre l’accento su una quarta parola chiave – costruire – la cui importanza è emersa nitidamente, all’interno del progetto E.CH.I, soprattutto dal confronto e dalla collaborazione tra antropologi e architetti, che hanno mostrato come un concetto di ‘costruzione’ in senso prima di tutto materiale sia inscindibilmente connesso con un senso culturale di costruzione di una tradizione fatta di saperi e saper fare e trasmessa non solo in linea verticale (da una generazione all’altra entro i confini della famiglia o della comunità locale), ma con modalità largamente inedite e di grande interesse per lo studio antropologico dei beni culturali in area alpina.
Antropologia e beni culturali nelle Alpi: studiare, valorizzare, restituire - costruire
VIAZZO, Piero
2015-01-01
Abstract
"Antropologia e beni culturali nelle Alpi: studiare, valorizzare, restituire" è il titolo di un volume fresco di stampa (Bonato, Viazzo 2013) che riunisce i contributi presentati a un convegno tenutosi a Torino nel novembre 2012. Il convegno si proponeva, da una parte, di documentare gli esiti delle indagini condotte da gruppi di ricercatori delle quattro università piemontesi nel quadro del progetto E.CH.I. (Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale) e dall’altra di fare il punto, in prospettiva comparativa e con apporti interdisciplinari, sulla ricerca antropologica in area alpina, concentrandosi su tre compiti – studiare, valorizzare, restituire – con i quali chi si occupa di beni culturali demoetnoantropologici deve confrontarsi in condizioni che per più ragioni appaiono assai diverse rispetto agli anni in cui l’antropologia alpina è nata e ha conosciuto i suoi primi sviluppi. I risultati che sono emersi o stanno emergendo da E.CH.I. e da altri progetti di ricerca attualmente in corso nelle valli alpine piemontesi segnalano peraltro tradizioni in continuo movimento, mutamento e rinnovamento, anche a causa delle trasformazioni socio-demografiche che con crescente evidenza stanno interessando le Alpi italiane. Di qui la necessità di porre l’accento su una quarta parola chiave – costruire – la cui importanza è emersa nitidamente, all’interno del progetto E.CH.I, soprattutto dal confronto e dalla collaborazione tra antropologi e architetti, che hanno mostrato come un concetto di ‘costruzione’ in senso prima di tutto materiale sia inscindibilmente connesso con un senso culturale di costruzione di una tradizione fatta di saperi e saper fare e trasmessa non solo in linea verticale (da una generazione all’altra entro i confini della famiglia o della comunità locale), ma con modalità largamente inedite e di grande interesse per lo studio antropologico dei beni culturali in area alpina.File | Dimensione | Formato | |
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