Dopo un secolo di ininterrotto declino demografico in molti settori dell’arco alpino si sta manifestando un’inversione di tendenza che appare sorprendente soprattutto nelle Alpi francesi e italiane, dove lo spopolamento era stato particolarmente severo sin dalla seconda metà del XIX secolo. In una stimolante analisi dei mutamenti socio-demografici in un distretto delle Alpi francesi, Cognard (2006) ha suggerito che questo processo di spopolamento, per quanto disastroso sotto molti aspetti, avrebbe in realtà creato le condizioni che hanno favorito dinamiche inverse di neo-popolamento e di ripresa economica essendosi creati degli “spazi vuoti” all’interno dei quali i neo-abitanti hanno potuto inserirsi, socialmente ed economicamente. Questa tesi ricorda da vicino alcune recenti proposte teoriche di matrice antropologica secondo le quali la creatività culturale ha bisogno di spazio per esprimersi, ragion per cui una cultura “densa” – o una struttura sociale forte – agevola la creatività meno di quanto faccia una cultura impoverita (o una struttura sociale debole). Questo articolo esplora in prospettiva antropologica la possibilità che le Alpi francesi e italiane, svantaggiate da un lato dalla loro maggiore fragilità demografica, possano dall’altro lato essere invece paradossalmente avvantaggiate dai maggiori spazi di creatività – economica oltre che culturale – prodotti dallo spopolamento.
"Approfittare del vuoto"? Prospettive antropologiche su neo-popolamento e spazi di creatività culturale in area alpina
VIAZZO, Piero;ZANINI, ROBERTA CLARA
2014-01-01
Abstract
Dopo un secolo di ininterrotto declino demografico in molti settori dell’arco alpino si sta manifestando un’inversione di tendenza che appare sorprendente soprattutto nelle Alpi francesi e italiane, dove lo spopolamento era stato particolarmente severo sin dalla seconda metà del XIX secolo. In una stimolante analisi dei mutamenti socio-demografici in un distretto delle Alpi francesi, Cognard (2006) ha suggerito che questo processo di spopolamento, per quanto disastroso sotto molti aspetti, avrebbe in realtà creato le condizioni che hanno favorito dinamiche inverse di neo-popolamento e di ripresa economica essendosi creati degli “spazi vuoti” all’interno dei quali i neo-abitanti hanno potuto inserirsi, socialmente ed economicamente. Questa tesi ricorda da vicino alcune recenti proposte teoriche di matrice antropologica secondo le quali la creatività culturale ha bisogno di spazio per esprimersi, ragion per cui una cultura “densa” – o una struttura sociale forte – agevola la creatività meno di quanto faccia una cultura impoverita (o una struttura sociale debole). Questo articolo esplora in prospettiva antropologica la possibilità che le Alpi francesi e italiane, svantaggiate da un lato dalla loro maggiore fragilità demografica, possano dall’altro lato essere invece paradossalmente avvantaggiate dai maggiori spazi di creatività – economica oltre che culturale – prodotti dallo spopolamento.File | Dimensione | Formato | |
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