Rilevando e discutendo l'intertesto biblico (mai evidenziato dalla critica) di due brani dei «Promessi Sposi», intendo portare alla luce alcuni dei fulcri più rilevanti della poetica manzoniana. Il primo passo analizzato è la descrizione del «seggiolone» di Azzecca-garbugli (memore di «Amos»), da cui promana la blasfemia del causidico. Il secondo è un vibrante frammento dell'«Addio, monti», in cui - sulla scia del «Cantico dei cantici» - emerge l'intensità dell'amore che lega Lucia a Renzo.
Le parole e la Parola. Note per un commento ai «Promessi Sposi»
SARNI, MATTEO
2016-01-01
Abstract
Rilevando e discutendo l'intertesto biblico (mai evidenziato dalla critica) di due brani dei «Promessi Sposi», intendo portare alla luce alcuni dei fulcri più rilevanti della poetica manzoniana. Il primo passo analizzato è la descrizione del «seggiolone» di Azzecca-garbugli (memore di «Amos»), da cui promana la blasfemia del causidico. Il secondo è un vibrante frammento dell'«Addio, monti», in cui - sulla scia del «Cantico dei cantici» - emerge l'intensità dell'amore che lega Lucia a Renzo.File in questo prodotto:
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