Fare storia del presente, o al più di un passato prossimo, soggiace per forza di cose all'obiezione secondo cui qui ci si affida a una religione della cultura, che canonizza la vita e la trasferisce su due piedi nel monumento. A questa obiezione non possono, evidentemente, sottrarsi le presenti Postille, che ricostruiscono il periplo teorico di Jacques Derrida e del dibattito che, da un trentennio circa, ha luogo intorno all'idea di decostruzione, discutendone gli aspetti teoricamente salienti ma anche documentandoli attraverso le indispensabili pezze d'appoggio bio-bibliografiche. Ma si tratta davvero di storia e di canonizzazione? oppure, proprio attraverso il confronto con un pensiero ancora aperto, non finisce per attenuarsi la grave scissione fra storia e teoria, tra filologia e critica, che è uno dei portati più onerosi del positivismo di altri tempi? Che ogni storia sia storia contemporanea non costituisce forse un invito, come suggerisce Croce, a pensare il passato come attualità e insieme (secondo l'indicazione di Derrida) a riconoscere nel presente qualcosa che già dilegua, e che perciò sollecita alla interpretazione e al commento?

Postille a Derrida

FERRARIS, Maurizio
1990-01-01

Abstract

Fare storia del presente, o al più di un passato prossimo, soggiace per forza di cose all'obiezione secondo cui qui ci si affida a una religione della cultura, che canonizza la vita e la trasferisce su due piedi nel monumento. A questa obiezione non possono, evidentemente, sottrarsi le presenti Postille, che ricostruiscono il periplo teorico di Jacques Derrida e del dibattito che, da un trentennio circa, ha luogo intorno all'idea di decostruzione, discutendone gli aspetti teoricamente salienti ma anche documentandoli attraverso le indispensabili pezze d'appoggio bio-bibliografiche. Ma si tratta davvero di storia e di canonizzazione? oppure, proprio attraverso il confronto con un pensiero ancora aperto, non finisce per attenuarsi la grave scissione fra storia e teoria, tra filologia e critica, che è uno dei portati più onerosi del positivismo di altri tempi? Che ogni storia sia storia contemporanea non costituisce forse un invito, come suggerisce Croce, a pensare il passato come attualità e insieme (secondo l'indicazione di Derrida) a riconoscere nel presente qualcosa che già dilegua, e che perciò sollecita alla interpretazione e al commento?
1990
Rosemberg e Sellier
1
308
9788870113952
http://www.labont.it/ferraris/BOOKS/020_Postille_a_Derrida.asp
Derrida; Decostruzione; Etica; Estetica; Ermeneutica.
M. FERRARIS
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