Le molteplici declinazioni del principio costituzionale di solidarietà, i suoi possibili sviluppi e specificazioni, la sua portata pervasiva nell’ordinamento complessivo, a fondamento di alcuni diritti e quale limite all’esercizio di altri, ivi comprese la sua declinazione “fraterna” in chiave antistatalista, che lo legherebbe al principio di sussidiarietà, e la sua declinazione “emancipante” o “inclusiva” in chiave statalista, che lo legherebbe al principio di uguaglianza sostanziale e a quello di dignità, richiedono inevitabilmente scelte politiche conseguenti, e non certo alchimie tecnico-sapienziali. Il linguaggio assai poco sorvegliato con il quale si chiama in causa la Costituzione nelle sue parti materiali indeterminate, ivi compreso il principio di solidarietà, di fronte alle richieste di riconoscimento sempre “nuove” che provengono dalla società (le “nuove” povertà, le “nuove” famiglie, i “nuovi” cittadini, i “nuovi” rapporti di lavoro…), o di fronte ad arretramenti di tutele precedentemente previste a livello legislativo, è ormai proprio non solo del dibattito pubblico, ma anche degli specialisti. L’osservatore non può che giungere alla conclusione che, soprattutto una volta che ci si è immessi lungo i percorsi della ragionevolezza dei bilanciamenti, e del riconoscimento ai principî costituzionali stessi della forza di determinare direttamente nell’ordinamento antinomie e lacune, ci si è già immessi lungo i percorsi degli universi etici, delle ideologie, dei desiderata e delle lacune assiologiche, perché ogni riconoscimento non può mai avvenire “a costo zero”: qualcuno vince e qualcuno perde. E se il riconoscimento viene realizzato a colpi di sentenze che pretendono di dar fiato alle parole della Costituzione, a perdere è soprattutto la lotta politica da cui, invece, dovrebbero risultare i significati di quelle parole. Il tentativo è quello di individuare un possibile ruolo del principio in esame quale principio formale di dottrina pura del diritto (e, dunque, quale principio strutturale di ogni ordinamento giuridico), da cui si possano ricavare alcune osservazioni in tema di “abuso del diritto”.

Principio di solidarietà, abuso del diritto e indefettibile necessità di un ordinamento coercitivo: appunti per una riconsiderazione della dottrina pura del diritto al tempo dell'anomia

MASSA PINTO, Ilenia
2016-01-01

Abstract

Le molteplici declinazioni del principio costituzionale di solidarietà, i suoi possibili sviluppi e specificazioni, la sua portata pervasiva nell’ordinamento complessivo, a fondamento di alcuni diritti e quale limite all’esercizio di altri, ivi comprese la sua declinazione “fraterna” in chiave antistatalista, che lo legherebbe al principio di sussidiarietà, e la sua declinazione “emancipante” o “inclusiva” in chiave statalista, che lo legherebbe al principio di uguaglianza sostanziale e a quello di dignità, richiedono inevitabilmente scelte politiche conseguenti, e non certo alchimie tecnico-sapienziali. Il linguaggio assai poco sorvegliato con il quale si chiama in causa la Costituzione nelle sue parti materiali indeterminate, ivi compreso il principio di solidarietà, di fronte alle richieste di riconoscimento sempre “nuove” che provengono dalla società (le “nuove” povertà, le “nuove” famiglie, i “nuovi” cittadini, i “nuovi” rapporti di lavoro…), o di fronte ad arretramenti di tutele precedentemente previste a livello legislativo, è ormai proprio non solo del dibattito pubblico, ma anche degli specialisti. L’osservatore non può che giungere alla conclusione che, soprattutto una volta che ci si è immessi lungo i percorsi della ragionevolezza dei bilanciamenti, e del riconoscimento ai principî costituzionali stessi della forza di determinare direttamente nell’ordinamento antinomie e lacune, ci si è già immessi lungo i percorsi degli universi etici, delle ideologie, dei desiderata e delle lacune assiologiche, perché ogni riconoscimento non può mai avvenire “a costo zero”: qualcuno vince e qualcuno perde. E se il riconoscimento viene realizzato a colpi di sentenze che pretendono di dar fiato alle parole della Costituzione, a perdere è soprattutto la lotta politica da cui, invece, dovrebbero risultare i significati di quelle parole. Il tentativo è quello di individuare un possibile ruolo del principio in esame quale principio formale di dottrina pura del diritto (e, dunque, quale principio strutturale di ogni ordinamento giuridico), da cui si possano ricavare alcune osservazioni in tema di “abuso del diritto”.
2016
67
109
www.costituzionalismo.it
Kelsen, solidarietà, abuso del diritto, lacune, diritti
Massa Pinto, Ilenia
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