Questo capitolo ha un triplice obiettivo. (a) Descrivere e analizzare le strategie di conciliazione tra cura e lavoro pianificate ed attuate dai genitori prima e dopo la nascita del loro primo figlio, (b) ricostruirne le motivazioni che ne sono alla base (c) analizzare gli scarti tra desideri/ideali, piani e pratiche. A tal fine, faremo riferimento alla definizione che di strategie di conciliazione fornisce Hochschild (1989) secondo la quale tali strategie sono innanzitutto connotate da un punto di vista del genere e si configurano come “piani di azione” che gli individui sviluppano per far fronte allo scarto tra i loro “valori” e le loro “pratiche”, mediando tra i diversi bisogni e le diverse aspettative di cura e di lavoro all’interno di contesti culturali e istituzionali vincolanti per gli individui e per la coppia sulla base di norme di genere su come devono comportarsi una “buona madre” e un “buon padre”, beliefs relativi a ciò che è “meglio per il bambino”, “obbligazioni familiari” (ad esempio, le attese di condivisione della cura del bambino da parte dei neogenitori verso i nonni), opportunità e vincoli dettati dalle politiche (ad esempio, dalle opportunità offerte dai congedi) e dalle culture aziendali e lavorative. In particolare, il capitolo intende, attraverso l'analisi dinamica delle strategie (di genere) di conciliazione tra lavoro e famiglia durante la fase di transizione al primo figlio, far luce sui meccanismi (come) che spiegano le scelte e le decisioni di padri e di madri. Si tratta di scelte delicate e di processi non sempre lineari, tra prima e dopo, che spesso nascondono inevitabili tensioni, individuali e di coppia, scarti tra ideali, modelli attesi, preferenze e pratiche possibili, così come emergono nelle rappresentazioni che ne danno i nostri intervistati prima e dopo l'arrivo del figlio. Perché solo le madri si sentono titolate a prendere il congedo genitoriale dopo la maternità? In quali coppie anche gli uomini non solo desiderano, ma anche sperimentano una nuova condivisione della cura? Perché in alcune coppie la cura del figlio entro il primo anno (secondo, a volte terzo anno) di vita rimane una scelta intima, privata e familiare, mentre in altre coppie, sia durante l'attesa, sia dopo si immaginano e si realizzano altre soluzioni, più "pubbliche", si esternalizza, per esempio, una parte dei compiti ed attività di cura e di sviluppo educativo ad agenzie esterne alla coppia e alla famiglia?
Strategie di conciliazione tra congedi, servizi e nonni
MUSUMECI, ROSY;NALDINI, Manuela;SANTERO, ARIANNA
2015-01-01
Abstract
Questo capitolo ha un triplice obiettivo. (a) Descrivere e analizzare le strategie di conciliazione tra cura e lavoro pianificate ed attuate dai genitori prima e dopo la nascita del loro primo figlio, (b) ricostruirne le motivazioni che ne sono alla base (c) analizzare gli scarti tra desideri/ideali, piani e pratiche. A tal fine, faremo riferimento alla definizione che di strategie di conciliazione fornisce Hochschild (1989) secondo la quale tali strategie sono innanzitutto connotate da un punto di vista del genere e si configurano come “piani di azione” che gli individui sviluppano per far fronte allo scarto tra i loro “valori” e le loro “pratiche”, mediando tra i diversi bisogni e le diverse aspettative di cura e di lavoro all’interno di contesti culturali e istituzionali vincolanti per gli individui e per la coppia sulla base di norme di genere su come devono comportarsi una “buona madre” e un “buon padre”, beliefs relativi a ciò che è “meglio per il bambino”, “obbligazioni familiari” (ad esempio, le attese di condivisione della cura del bambino da parte dei neogenitori verso i nonni), opportunità e vincoli dettati dalle politiche (ad esempio, dalle opportunità offerte dai congedi) e dalle culture aziendali e lavorative. In particolare, il capitolo intende, attraverso l'analisi dinamica delle strategie (di genere) di conciliazione tra lavoro e famiglia durante la fase di transizione al primo figlio, far luce sui meccanismi (come) che spiegano le scelte e le decisioni di padri e di madri. Si tratta di scelte delicate e di processi non sempre lineari, tra prima e dopo, che spesso nascondono inevitabili tensioni, individuali e di coppia, scarti tra ideali, modelli attesi, preferenze e pratiche possibili, così come emergono nelle rappresentazioni che ne danno i nostri intervistati prima e dopo l'arrivo del figlio. Perché solo le madri si sentono titolate a prendere il congedo genitoriale dopo la maternità? In quali coppie anche gli uomini non solo desiderano, ma anche sperimentano una nuova condivisione della cura? Perché in alcune coppie la cura del figlio entro il primo anno (secondo, a volte terzo anno) di vita rimane una scelta intima, privata e familiare, mentre in altre coppie, sia durante l'attesa, sia dopo si immaginano e si realizzano altre soluzioni, più "pubbliche", si esternalizza, per esempio, una parte dei compiti ed attività di cura e di sviluppo educativo ad agenzie esterne alla coppia e alla famiglia?File | Dimensione | Formato | |
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