Mentre permangono incerte le sorti della c.d. bozza-CESL, la Proposta di Regolamento europeo “on a Common European Sales Law”, la Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale (CISG) non cessa d’alimentare il contenzioso, anche in Italia; e l’analisi di questa giurisprudenza, attesa la futura coesistenza di CESL e CISG, assume un ruolo propulsivo sia "de jure condendo", come contributo alla scrittura del regolamento, sia come anticipazione degli esiti pratici cui detta fonte darà àdito non appena sarà entrata in vigore. Tuttavia, a prescindere da questi sviluppi, la giurisprudenza italiana sulla CISG suscita grande interesse: malgrado talune resistenze, va facendosi strada l’idea di uno “stare decisis” e di un diritto vivente sovranazionali, risultanti dal dialogo aperto fra le Corti anziché dall’opera armonizzatrice del legislatore UE. Proprio in questi itinerari l’uso giudiziale della comparazione sembra vivere i maggiori successi e favorire la tanto agognata armonia transfrontaliera delle decisioni, a contrasto del “forum shopping” e della tendenza, mai sopita, all’"homeward trend”. Oltre a ciò la Convenzione di Vienna e la giurisprudenza formatasi su di essa hanno acquisito ormai stabilmente il rango di “tool box” (o “cassetta degli attrezzi”) non solo per la preparazione della bozza-CESL, ma anche per l’ammodernamento in chiave internazionalistica del diritto interno, derivato e non: la formazione giurisprudenziale di regole condivise sullo scambio dei beni, di meccanismi uniformi per la distribuzione delle risorse nel contesto del mercato unico e di quello globale, contribuisce meglio di qualsiasi altro fattore all’identità giuridica e culturale del cittadino europeo ed alla creazione di un operatore pronto a dialogare su base planetaria.
L’uso del precedente straniero nella giurisprudenza italiana fra Convenzione di Vienna e futuro regolamento europeo sulla vendita
FERRANTE, Edoardo
2015-01-01
Abstract
Mentre permangono incerte le sorti della c.d. bozza-CESL, la Proposta di Regolamento europeo “on a Common European Sales Law”, la Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale (CISG) non cessa d’alimentare il contenzioso, anche in Italia; e l’analisi di questa giurisprudenza, attesa la futura coesistenza di CESL e CISG, assume un ruolo propulsivo sia "de jure condendo", come contributo alla scrittura del regolamento, sia come anticipazione degli esiti pratici cui detta fonte darà àdito non appena sarà entrata in vigore. Tuttavia, a prescindere da questi sviluppi, la giurisprudenza italiana sulla CISG suscita grande interesse: malgrado talune resistenze, va facendosi strada l’idea di uno “stare decisis” e di un diritto vivente sovranazionali, risultanti dal dialogo aperto fra le Corti anziché dall’opera armonizzatrice del legislatore UE. Proprio in questi itinerari l’uso giudiziale della comparazione sembra vivere i maggiori successi e favorire la tanto agognata armonia transfrontaliera delle decisioni, a contrasto del “forum shopping” e della tendenza, mai sopita, all’"homeward trend”. Oltre a ciò la Convenzione di Vienna e la giurisprudenza formatasi su di essa hanno acquisito ormai stabilmente il rango di “tool box” (o “cassetta degli attrezzi”) non solo per la preparazione della bozza-CESL, ma anche per l’ammodernamento in chiave internazionalistica del diritto interno, derivato e non: la formazione giurisprudenziale di regole condivise sullo scambio dei beni, di meccanismi uniformi per la distribuzione delle risorse nel contesto del mercato unico e di quello globale, contribuisce meglio di qualsiasi altro fattore all’identità giuridica e culturale del cittadino europeo ed alla creazione di un operatore pronto a dialogare su base planetaria.File | Dimensione | Formato | |
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