Come un moderno cantastorie che si ferma nella piazza del paese e attira gli abitanti con i suoi stornelli e favole, così la televisione in bianco e nero richiama a sé la curiosità di grandi e piccini, abituati alle storie narrate prima nelle stalle e poi attorno al tavolo della sala. Con la televisione non muta il racconto, ma viene semplicemente filtrato da un medium nuovo, capace di recuperare istinti conviviali e di proiettarli verso la tecnologia. La televisione degli Anni Cinquanta e Sessanta, con i programmi che l’hanno inventata, da Campanile Sera al Viaggio nella Valle del Po, dal Musichiere a Lascia o Raddoppia? passando per Controfagotto, ha raccontato agli Italiani in procinto del boom economico ogni sera storie diverse. Lo ha fatto alimentando la fantasia dei telespettatori esattamente come le fiabe e le favole, facendo cioè sognare a occhi aperti e meravigliando i partecipanti alla sua esibizione serale. In questa sede si cercherà di approfondire come la televisione degli albori abbia modificato e reinterpretato il racconto e le sue funzioni principali, partecipando inconsciamente alla crescita culturale e sociale della cittadinanza, che ha trovato in lei un moderno focolare domestico, un nume tutelare a cui rivolgere sogni e desideri di una vita e attraverso cui ha potuto scoprire usi e costumi collettivi tipici di un’identità nazionale comune.

Il cantastorie in bianco e nero

DENICOLAI, LORENZO
2011-01-01

Abstract

Come un moderno cantastorie che si ferma nella piazza del paese e attira gli abitanti con i suoi stornelli e favole, così la televisione in bianco e nero richiama a sé la curiosità di grandi e piccini, abituati alle storie narrate prima nelle stalle e poi attorno al tavolo della sala. Con la televisione non muta il racconto, ma viene semplicemente filtrato da un medium nuovo, capace di recuperare istinti conviviali e di proiettarli verso la tecnologia. La televisione degli Anni Cinquanta e Sessanta, con i programmi che l’hanno inventata, da Campanile Sera al Viaggio nella Valle del Po, dal Musichiere a Lascia o Raddoppia? passando per Controfagotto, ha raccontato agli Italiani in procinto del boom economico ogni sera storie diverse. Lo ha fatto alimentando la fantasia dei telespettatori esattamente come le fiabe e le favole, facendo cioè sognare a occhi aperti e meravigliando i partecipanti alla sua esibizione serale. In questa sede si cercherà di approfondire come la televisione degli albori abbia modificato e reinterpretato il racconto e le sue funzioni principali, partecipando inconsciamente alla crescita culturale e sociale della cittadinanza, che ha trovato in lei un moderno focolare domestico, un nume tutelare a cui rivolgere sogni e desideri di una vita e attraverso cui ha potuto scoprire usi e costumi collettivi tipici di un’identità nazionale comune.
2011
39
1
10
http://www.turindamsreview.unito.it/sezione.php?idart=737
oralità e scrittura; oralità secondaria; oralità tecnologica; televisione
DENICOLAI L.
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