Il volume, nato per ragioni didattiche ma non di mera rassegna in quanto selettivo e caratterizzato da una interpretazione personale della disciplina, intende offrire alcuni complementi per integrare i contenuti usuali dei manuali introduttivi alla sociologia. Non è possibile affrontare un corso iniziale di sociologia – qualificata come scienza empirica fin dalla prima lezione – senza avere un a minima idea di che s’intende per fare ricerca sociale e senza possedere la relativa terminologia essenziale (variabile, matrice dei dati, relazione tra variabili, differenze e convergenze tra ricerca qualitativa e ricerca quantitativa, etc.) . Per soddisfare questa prima esigenza molti paragrafi della prima parte di questo volume sono dedicati ad illustrare una serie strutturata di termini utilizzati nel far ricerca sociale, insistendo sul come questi termini linguistici governino gli aspetti operativi delle procedure di ricerca (linguaggio della ricerca). Questa parte di metodologia è preceduta da alcuni spunti relativi all’oggetto della sociologia, al suo senso storico e, infine, ad alcune dicotomie di vasta portata che strutturano il discorso sociologico (azione/sistema, individualismo metodologico/collettivismo metodologico, integrazione/conflitti, norme/scelta razionale). Nella seconda parte del testo, sulla base di un’equazione personale circa alcune influenze sulla sociologia torinese, vengono approfonditi i contributi teorici di Talcott Parsons e di Robert K. Merton, con l’intento più generale di esemplificare due stili di lavoro scientifico ( teoria generale vs. teorie di medio raggio) che travalicano i confini dello struttural funzionalismo, la loro scuola di riferimento. Condividendo la tesi di Jon Elster circa l’esistenza fondativa di due gradi tradizioni sociologiche (scelta razionale ovvero utilitarismo e azione governata dalle norme ovvero Durkheim e funzionalismo), conclude il testo una messa a fuoco della teoria della scelta razionale. Tale teoria viene ripercorsa commentando uno schema proposto da Peter Abell, schema che presenta il vantaggio di legare il nucleo “storico” della teoria della scelta razionale alla ricezione di concetti più tipici di altre tradizioni del pensiero sociologico (norme, socializzazione, reti, etc.). In appendice viene proposto un contributo originale dell’autore sul concetto di “ruolo” considerato un crocevia tra i vari livelli della realtà sociale e tra approcci disciplinari diversi.
Complementi di sociologia. Linguaggio della ricerca e integrazioni sulle teorie sociologiche
ALMONDO, Paolo
2006-01-01
Abstract
Il volume, nato per ragioni didattiche ma non di mera rassegna in quanto selettivo e caratterizzato da una interpretazione personale della disciplina, intende offrire alcuni complementi per integrare i contenuti usuali dei manuali introduttivi alla sociologia. Non è possibile affrontare un corso iniziale di sociologia – qualificata come scienza empirica fin dalla prima lezione – senza avere un a minima idea di che s’intende per fare ricerca sociale e senza possedere la relativa terminologia essenziale (variabile, matrice dei dati, relazione tra variabili, differenze e convergenze tra ricerca qualitativa e ricerca quantitativa, etc.) . Per soddisfare questa prima esigenza molti paragrafi della prima parte di questo volume sono dedicati ad illustrare una serie strutturata di termini utilizzati nel far ricerca sociale, insistendo sul come questi termini linguistici governino gli aspetti operativi delle procedure di ricerca (linguaggio della ricerca). Questa parte di metodologia è preceduta da alcuni spunti relativi all’oggetto della sociologia, al suo senso storico e, infine, ad alcune dicotomie di vasta portata che strutturano il discorso sociologico (azione/sistema, individualismo metodologico/collettivismo metodologico, integrazione/conflitti, norme/scelta razionale). Nella seconda parte del testo, sulla base di un’equazione personale circa alcune influenze sulla sociologia torinese, vengono approfonditi i contributi teorici di Talcott Parsons e di Robert K. Merton, con l’intento più generale di esemplificare due stili di lavoro scientifico ( teoria generale vs. teorie di medio raggio) che travalicano i confini dello struttural funzionalismo, la loro scuola di riferimento. Condividendo la tesi di Jon Elster circa l’esistenza fondativa di due gradi tradizioni sociologiche (scelta razionale ovvero utilitarismo e azione governata dalle norme ovvero Durkheim e funzionalismo), conclude il testo una messa a fuoco della teoria della scelta razionale. Tale teoria viene ripercorsa commentando uno schema proposto da Peter Abell, schema che presenta il vantaggio di legare il nucleo “storico” della teoria della scelta razionale alla ricezione di concetti più tipici di altre tradizioni del pensiero sociologico (norme, socializzazione, reti, etc.). In appendice viene proposto un contributo originale dell’autore sul concetto di “ruolo” considerato un crocevia tra i vari livelli della realtà sociale e tra approcci disciplinari diversi.File | Dimensione | Formato | |
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