Il contributo si propone di indagare la nascita della nuova narrativa attraverso l’analisi del rapporto fecondo fra novella, romanzo e traduzione in epoca barocca. Si prenderanno in esame tre opere del medico-letterato Francesco Pona: la Lucerna (1625), l’Ormondo (1635) e l’Antilucerna (1648), tutte caratterizzate da un difficile statuto, che rivela l’impegno dell’autore nel trovare una modalità narrativa originale che tenesse conto anche di quanto circolava in quegli anni in Europa, a partire dall’Argenide di Barclay, che il medico-letterato traduce e utilizza nel tessuto delle sue narrazioni. Bisogna ricordare che Pona non traduce solo Barclay (1629) ma anche Ovidio (1618) e Marziano Capella (ancora nel 1629), e si dedica all’autotraduzione con la versione latina dell’Ormondo, edita sempre nel ’35. I suoi lavori sono a loro volta oggetto di traduzione: in tedesco l’Ormondo (1648), in francese la Galeria delle Donne celebri (1642) e, più tardi, la Messalina (1761) e la Lucerna (1784), di cui si sono recentemente occupati Fabrizio Bondi, Clizia Carminati e Liliana Grassi. Quanto detto testimonia non solo la circolazione europea degli scritti del medico-letterato, ma il ruolo che è stato loro tributato nella definizione della nuova narrativa, come ben dimostrano le metamorfosi dell’intreccio, i differenti ruoli del narratore, le modalità di coniugare lo spazio e il tempo, l’evoluzione dei personaggi, l’innegabile componente biografica, l’incessante richiamo ai modelli classici, tutti elementi mutevoli della “macchina meravigliosa” che Pona vuole offrire ai suoi lettori.
«Bisogna scriver de’ romanzi, chi vuol encomij»: Francesco Pona e la costruzione della «macchina meravigliosa»
NAY, Laura
2015-01-01
Abstract
Il contributo si propone di indagare la nascita della nuova narrativa attraverso l’analisi del rapporto fecondo fra novella, romanzo e traduzione in epoca barocca. Si prenderanno in esame tre opere del medico-letterato Francesco Pona: la Lucerna (1625), l’Ormondo (1635) e l’Antilucerna (1648), tutte caratterizzate da un difficile statuto, che rivela l’impegno dell’autore nel trovare una modalità narrativa originale che tenesse conto anche di quanto circolava in quegli anni in Europa, a partire dall’Argenide di Barclay, che il medico-letterato traduce e utilizza nel tessuto delle sue narrazioni. Bisogna ricordare che Pona non traduce solo Barclay (1629) ma anche Ovidio (1618) e Marziano Capella (ancora nel 1629), e si dedica all’autotraduzione con la versione latina dell’Ormondo, edita sempre nel ’35. I suoi lavori sono a loro volta oggetto di traduzione: in tedesco l’Ormondo (1648), in francese la Galeria delle Donne celebri (1642) e, più tardi, la Messalina (1761) e la Lucerna (1784), di cui si sono recentemente occupati Fabrizio Bondi, Clizia Carminati e Liliana Grassi. Quanto detto testimonia non solo la circolazione europea degli scritti del medico-letterato, ma il ruolo che è stato loro tributato nella definizione della nuova narrativa, come ben dimostrano le metamorfosi dell’intreccio, i differenti ruoli del narratore, le modalità di coniugare lo spazio e il tempo, l’evoluzione dei personaggi, l’innegabile componente biografica, l’incessante richiamo ai modelli classici, tutti elementi mutevoli della “macchina meravigliosa” che Pona vuole offrire ai suoi lettori.File | Dimensione | Formato | |
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