A sei mesi dall’inaugurazione del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso”, avvenuta il 27 novembre 2009, movimenti di diversa natura (politici, religiosi, …) hanno sollevato polemiche sull’esposizione di parte della collezione anatomica del museo, che consta di circa 600 crani. Le contestazioni sono state mosse in particolare verso un reperto: il cranio di Giuseppe Villella, icona della teoria sull’atavismo criminale di Lombroso. Nel maggio del 2010 si è costituito il “Comitato No Lombroso”, che ha sviluppato un’ampia campagna mediatica contro il museo. Inoltre, il sindaco del paese natale di Villella, Motta Santa Lucia (Catanzaro), ha intentato una causa nei confronti dell’Università di Torino per ottenere la “restituzione” del cranio di Villella. In seguito a queste vicende, l’analisi del libro dei visitatori, limitata al periodo ottobre 2012 - gennaio 2013, che corrisponde alla massima attenzione al caso da parte dei media nazionali e dei social network, ha permesso di fare una prima valutazione sulla percezione da parte del pubblico dell’esposizione della collezione craniologica con particolare attenzione al reperto in questione.
Il “caso Villella” e il libro dei visitatori del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino
MANGIAPANE, GIANLUIGI;CILLI, Cristina;GIACOBINI, Giacomo;MALERBA, Giancarla;MONTALDO, Silvano
2016-01-01
Abstract
A sei mesi dall’inaugurazione del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso”, avvenuta il 27 novembre 2009, movimenti di diversa natura (politici, religiosi, …) hanno sollevato polemiche sull’esposizione di parte della collezione anatomica del museo, che consta di circa 600 crani. Le contestazioni sono state mosse in particolare verso un reperto: il cranio di Giuseppe Villella, icona della teoria sull’atavismo criminale di Lombroso. Nel maggio del 2010 si è costituito il “Comitato No Lombroso”, che ha sviluppato un’ampia campagna mediatica contro il museo. Inoltre, il sindaco del paese natale di Villella, Motta Santa Lucia (Catanzaro), ha intentato una causa nei confronti dell’Università di Torino per ottenere la “restituzione” del cranio di Villella. In seguito a queste vicende, l’analisi del libro dei visitatori, limitata al periodo ottobre 2012 - gennaio 2013, che corrisponde alla massima attenzione al caso da parte dei media nazionali e dei social network, ha permesso di fare una prima valutazione sulla percezione da parte del pubblico dell’esposizione della collezione craniologica con particolare attenzione al reperto in questione.File | Dimensione | Formato | |
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