Il contributo si colloca nell’ambito della ricerca storiografica sul servizio sociale italiano, sostenuta dalla Società per la Storia del Servizio, con particolar riferimento al periodo che va dalla fine della Seconda Guerra Mondiale all’inizio degli anni settanta del Novecento. L’obiettivo è presentare i risultati di una ricerca sulla nascita e sulle caratteristiche del servizio sociale d’impresa in Italia. I fuochi di attenzione sono due: il paternalismo industriale e i suoi legami con il regime fascista e, al suo interno, la nascita del servizio sociale (Milano, 1921), per iniziativa di Paolina Tarugi (1889-1969). Di quest’ultima si analizzeranno alcuni tratti biografici che evidenzieranno il suo impegno che nasce, prima, nelle battaglie per l’emancipazione femminile e nella filantropia politica, e poi nella formazione degli assistenti sociali. Dal punto di vista metodologico, la ricerca è stata condotta attraverso il reperimento, l’analisi e la sintesi di fonti archivistiche, biografiche, della bibliografia coeva e di fonti orali. Il periodo esaminato intercorre fra la prima dalla Prima Guerra Mondiale e la fine della Seconda. Dall’analisi dei risultati, emergono considerazioni in merito alle ambiguità presenti in quest’ambito, ma anche esperienze anticipatrici di una professione che – esposta alla necessità di mediare fra interessi diversi – ha saputo promuovere i diritti delle persone, svolgendo anche una funzione di advocacy. All’epoca, infatti, la mancanza di protezione mutualistica e previdenziale e i bassi salari esponevano fortemente i lavoratori al rischio dell’indigenza: se le iniziative assistenziali diventavano strumenti moderni per attirare e stabilizzare la manodopera, contrastandone la mobilità, e per favorire il consenso, le attività di informazione, la promozione e il collegamento di risorse erano particolarmente importanti in un periodo – paragonabile a quello odierno – in cui la fragilità dei diritti, le risorse frammentate e la scarsa scolarizzazione di molte persone, ieri come oggi, non rendevano e non rendono completamente esigibile il diritto di cittadinanza.
El nacimiento del Trabajo Social de Empresa en Italia
DELLAVALLE, MARILENA
2016-01-01
Abstract
Il contributo si colloca nell’ambito della ricerca storiografica sul servizio sociale italiano, sostenuta dalla Società per la Storia del Servizio, con particolar riferimento al periodo che va dalla fine della Seconda Guerra Mondiale all’inizio degli anni settanta del Novecento. L’obiettivo è presentare i risultati di una ricerca sulla nascita e sulle caratteristiche del servizio sociale d’impresa in Italia. I fuochi di attenzione sono due: il paternalismo industriale e i suoi legami con il regime fascista e, al suo interno, la nascita del servizio sociale (Milano, 1921), per iniziativa di Paolina Tarugi (1889-1969). Di quest’ultima si analizzeranno alcuni tratti biografici che evidenzieranno il suo impegno che nasce, prima, nelle battaglie per l’emancipazione femminile e nella filantropia politica, e poi nella formazione degli assistenti sociali. Dal punto di vista metodologico, la ricerca è stata condotta attraverso il reperimento, l’analisi e la sintesi di fonti archivistiche, biografiche, della bibliografia coeva e di fonti orali. Il periodo esaminato intercorre fra la prima dalla Prima Guerra Mondiale e la fine della Seconda. Dall’analisi dei risultati, emergono considerazioni in merito alle ambiguità presenti in quest’ambito, ma anche esperienze anticipatrici di una professione che – esposta alla necessità di mediare fra interessi diversi – ha saputo promuovere i diritti delle persone, svolgendo anche una funzione di advocacy. All’epoca, infatti, la mancanza di protezione mutualistica e previdenziale e i bassi salari esponevano fortemente i lavoratori al rischio dell’indigenza: se le iniziative assistenziali diventavano strumenti moderni per attirare e stabilizzare la manodopera, contrastandone la mobilità, e per favorire il consenso, le attività di informazione, la promozione e il collegamento di risorse erano particolarmente importanti in un periodo – paragonabile a quello odierno – in cui la fragilità dei diritti, le risorse frammentate e la scarsa scolarizzazione di molte persone, ieri come oggi, non rendevano e non rendono completamente esigibile il diritto di cittadinanza.File | Dimensione | Formato | |
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